Il pingue vitalizio degli ex-politici, e la pensione che i giovani precari non avranno

Indignati d'Abruzzo: il vitalizio ai politici va abolito

06 Luglio 2011   13:37  

Anche dei dati che seguono bisogna tener conto quando si argomenta a favore dell'eliminazione immediata e retroattiva dei ricchi vitalizi di cui godono gli ex-consiglieri regionali ed ex-onorevoli anche con solo 4 anni di contributi.

Secondo i primi risultati delll'indagine effettuate nell'ambito del progetto "Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali" di Censis e Unipol, ''il 42% dei giovani dipendenti che oggi lavorano non arriverà a mille euro di pensione''.

Ovvero: quasi la metà dei giovani lavoratori dipendenti (25-34 anni) in pensione verso il 2050, nella migliore delle ipotesi percepirà un'indennità inferiore al proprio attuale stipendio.

Già nel 2040, i dipendenti matureranno una pensione pari al 60% dell'ultima retribuzione (a 67 anni con 37 anni di contributi), mentre gli autonomi percepiranno meno del 40% (a 68 anni con 38 anni di contributi).

La pensione pubblica riserva dunque un reddito più basso che a inizio carriera. E parliamo di quelli lavoratori oggi privilegiati, che hanno cioè un contratto a tempo indeterminato o possono versarsi da soli i contributi pensionistici.

Peggio, molto peggio, andrà all'esercito crescente dei milioni di giovani lavoratori precari e atipici: per loro la pensione sarà inferiore a quella sociale, fissata oggi a 467,42 euro al mese, riconosciuta a chi ha un reddito considerato inferiore al  cosiddetto "minimo vitale".

Del resto anche oggi la meta' delle pensioni erogate dall'Inps, precisamente il 50,8%, non arriva a 500 euro al mese.

Merita una citazione una simulazione tratta dal settimanale The week: '' Una ragazza che dovesse cominciare a versare i suoi contributi pensionistici attorno ai trent'anni riceverà al compimento del sessantacinquesimo anno di età una pensione pari a 4.695 euro lordi. Quanti sono 4.695 euro lordi? Semplice: 361 euro per tredici mensilità. Sempre lordi''

Emerge insomma un quadro desolate, che racconta di una spaccatura generazionale: il 27,4% dei pensionati prende oggi più di 1500 euro al mese.

Con una punta di diamante rappresentata da pensionati d'oro di cui citiamo a caso, solo per dare un'idea, Giuliano Amato, mille e quarantasette euro. Al giorno, però. Il ministro Brunetta e Lamberto Dini, venticinquemila euro al mese. Romano Prodi, trentamila euro di pensione al mese, Silvio Berlusconi, che guadagna quarantuno milioni di euro l’anno, Centododicimila euro al giorno, e che dunque il problema delle varie pensioni e del vitalizio neppure se lo pone.

Il tutto anche a discapito dei 28milioni e 150mila di max quarantenni che dovranno accontentarsi delle briciole di un banchetto arrivato oramai alla frutta.

La previdenza complementare intanto è ancora una semi-sconosciuta per gli Italiani. La pensione integrativa è una prerogativa del 9,1% dei contribuenti. Per il resto, grande disinteresse, sfiducia e ignoranza in materia: l'80% degli Italiani interpellati non vuole aderire a un fondo pensione di categoria e il 13,7% non sa nemmeno cosa sia.

Stesso discorso per l'assicurazione sanitaria privata: il 78,4% non la vuole stipulare e il 14,4% non sa cosa sia. Il 78,5% non intende accendere un'assicurazione per la non autosufficienza e il 19,7% ne ignora l'esistenza.

Concludiamo con una toccante nota della senatrice aquilana Giuliana Carlino dell'Italia dei Valori

"Il governo è riuscito a trasformare i precari di oggi in poveracci di domani. Il fatto che quasi la metà dei giovani andrà in pensione intorno al 2050 con meno di 1000 euro al mese significa che l'esecutivo se ne è infischiato di un'intera generazione . Squilibri evidenti, disparità pesanti e grave insostenibilità sociale in un provvedimento che per giunta non affronta ne' il problema del futuro previdenziale dei giovani, ne' quello del recupero del potere d'acquisto delle pensioni attuali. E' una manovra da gettare nel cestino e riscrivere da capo, altrimenti - conclude Carlino - fra quarant'anni i cittadini italiani saranno tutti dei clochards".

Ma questi non sono in realtà problemi della senatrice Carlino. Lei, classe 1951, tra  pochissimi anni potrà beneficiare di un generoso vitalizio.

Filippo Tronca

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