Il rimpasto come il segreto di Fatima

21 Maggio 2008   13:26  

Rimpasto di giunta: sul nome dei futuri assessori aleggia il mistero degno del segreto di Fatima, e la lista di chi esce e di chi entra, già compilata dal presidente Del Turco, immaginiamo con qualche cancellatura e riscrittura, è custodita gelosamente nel cassetto. In queste ore i partiti della coalizione lavorano a mettere a punto la versione definitiva del programma di fine legislatura, le cui linee guida sono state lunedi presentata dal presidente Del Turco ma anche le diplomazie sono in fervente attività. I nomi dei possibili assessori che circolano nei corridoi del palazzo sono sempre gli stessi, e il loro resistere nella top-ten virtuale del toto-nomi può essere un indizio. Il consigliere regionale della Margherita Antonio Boschetti viene dato all'assessorato ai Trasporti, delega chiave lasciata libera dal neo parlamentare Tommaso Ginoble. Ma c'è anche la candidatura di Camillo D' Alessandro, forte dei molti voti ottenuti, oltre 6.200. Si vocifera poi di dirigenti di alto profilo che otterrebbero la delega alla protezione civile. In casa Italia dei valori è un valore la tenacia di chi avrà la meglio tra i consiglieri Bruno Evangelista e Augusto Di Stanislao, mentre i vertici del partito ancora non sciolgono la riserva sull'ingresso nell'esecutivo e nella maggioranza. Resiste la candidatura di Donato Di Matteo. Partita delicata per quanto riguarda la sinistra uscita malconcia dalle ultime elezioni: i suoi tre assessori, Betti Mura di Rifondazione, Fernando Fabbiani dei Comunisti italiani, Franco Caramanico, ora vicino al Pd, sarebbero in teoria tutti a rischio, ma nelle scelte di Del Turco pesano più che estemporanei intenti punitivi, le strategie politiche che il Partito democratico intende perseguire nei prossimi mesi nei rapporti con la sinistra estromessa dal parlamento.
Dal rimpasto al pasticcio sanità: le organizzazioni di categoria lanciano l'appello a tutti i parlamentari abruzzesi, al fine di contribuire a scongiurare l'aumento della pressione fiscale. E tornano ad attaccare la maggioranza: "La Giunta regionale - si legge in una nota - ha sempre assicurato che il risanamento dei costi della "Sanità'" procedeva secondo gli accordi, che ci avrebbero portato all'azzeramento dell'incremento del debito del "Servizio Sanitario" nel 2010, mantenendo costante la pressione fiscale fino a tale data". Ma così non è stato ed ora, avvertono le parti sociali, non vi venga in mente di far pagare famiglie ed imprese. "in caso di fallimento delle trattative a livello nazionale - concludono le associazioni di categoria - le risorse per coprire il buco della sanità, vanno reperite all'interno del bilancio regionale, mettendo al primo posto la riattribuzione al "Servizio Sanitario" delle quote di finanziamento di tale "Settore" utilizzate per finalita' extrasanitarie, senza intaccare le irrisorie risorse attribuite al sistema produttivo". Se ne discuterà in un vertice a Pescara il 26 maggio

FT


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