Rimpasto di giunta: sul nome dei futuri
assessori aleggia il mistero degno del segreto di Fatima, e la lista
di chi esce e di chi entra, già compilata dal presidente Del
Turco, immaginiamo con qualche cancellatura e riscrittura, è
custodita gelosamente nel cassetto. In queste ore i partiti della
coalizione lavorano a mettere a punto la versione definitiva del
programma di fine legislatura, le cui linee guida sono state lunedi
presentata dal presidente Del Turco ma anche le diplomazie sono in
fervente attività. I nomi dei possibili assessori che
circolano nei corridoi del palazzo sono sempre gli stessi, e il loro
resistere nella top-ten virtuale del toto-nomi può essere un
indizio. Il consigliere regionale della Margherita Antonio Boschetti
viene dato all'assessorato ai Trasporti, delega chiave lasciata libera
dal neo parlamentare Tommaso Ginoble. Ma c'è anche la
candidatura di Camillo D' Alessandro, forte dei molti voti ottenuti,
oltre 6.200. Si vocifera poi di dirigenti di alto profilo che otterrebbero
la delega alla protezione civile. In casa Italia dei valori è un valore la tenacia di chi avrà la meglio tra i consiglieri Bruno Evangelista e Augusto Di
Stanislao, mentre i vertici del partito ancora non sciolgono la
riserva sull'ingresso nell'esecutivo e nella maggioranza. Resiste la
candidatura di Donato Di Matteo. Partita delicata
per quanto riguarda la sinistra uscita malconcia dalle ultime
elezioni: i suoi tre assessori, Betti Mura di Rifondazione, Fernando
Fabbiani dei Comunisti italiani, Franco Caramanico, ora vicino al Pd,
sarebbero in teoria tutti a rischio, ma nelle scelte di Del Turco
pesano più che estemporanei intenti punitivi, le strategie
politiche che il Partito democratico intende perseguire nei prossimi
mesi nei rapporti con la sinistra estromessa dal parlamento.
Dal
rimpasto al pasticcio sanità: le organizzazioni di categoria
lanciano l'appello a tutti i parlamentari abruzzesi, al fine di
contribuire a scongiurare l'aumento della pressione fiscale. E
tornano ad attaccare la maggioranza: "La Giunta regionale - si
legge in una nota - ha sempre assicurato che il risanamento dei costi
della "Sanità'" procedeva secondo gli accordi, che ci
avrebbero portato all'azzeramento dell'incremento del debito del
"Servizio Sanitario" nel 2010, mantenendo costante la
pressione fiscale fino a tale data". Ma così non è
stato ed ora, avvertono le parti sociali, non vi venga in mente di
far pagare famiglie ed imprese. "in caso di fallimento delle
trattative a livello nazionale - concludono le associazioni di
categoria - le risorse per coprire il buco della sanità, vanno
reperite all'interno del bilancio regionale, mettendo al primo posto
la riattribuzione al "Servizio Sanitario" delle quote di
finanziamento di tale "Settore" utilizzate per finalita'
extrasanitarie, senza intaccare le irrisorie risorse attribuite al
sistema produttivo". Se ne discuterà in un vertice a
Pescara il 26 maggio
FT