Il sale della democrazia e la lotta per le poltrone

di Nicola Facciolini

27 Giugno 2009   08:24  

Teramo / Il sale della Democrazia: dopo le elezioni amministrative ed europee 2009, come volevasi dimostrare, comincia l’eterna battaglia per la conquista del potere e della poltrona sulla terra dei viventi. Chi sale nelle istituzioni a Teramo, oggi ma senza merito, scudiero o servo, stia pur certo che non cadrà in piedi. La Rivoluzione liberale inizia dalle coscienze. La lezione del professor Brunetta.
(di Nicola Facciolini)

Nel PdL rivoluzione in corso, Carta dei Valori alla mano, o affondamento da siluro? Quale destino riserva il Fato al PdL aprutino? I sogni di gloria sono già finiti? L’incantesimo del “è tutto mio”, si è spezzato? Dopo le elezioni amministrative ed europee 2009, come volevasi dimostrare, è cominciata anche a Teramo e provincia l’eterna battaglia per la conquista del potere e della poltrona sulla terra dei viventi. La catastrofe del terremoto di L’Aquila, il più grave negli ultimi 300 anni, avrebbe dovuto far riflettere chi di dovere. Ma che? I cittadini sono costretti ad assistere a invereconde lotte mediatiche, indicibili sberle post-elettorali, sanguigne e vampiresche battaglie sia per l’accaparramento di posti utili nella pubblica amministrazione ed all’interno dei partiti vincitori, piccoli alleati compresi, sia per il confezionamento delle vendette contro i vinti. Uno spettacolo di pura indecenza morale ed etica, nel silenzio dei cattolici impegnati in politica. Vi siete mai resi conto del perché oggi nel Teramano si trova così tanta gente di sinistra ben salda e satolla nel centrodestra vincitore? E del perché di un centrosinistra silente e spolpato a dovere di tutto e di più? I giochi sono fatti, dicono. Il PdL ha vinto di tutto e di più, grazie al presidente Berlusconi che compare poco nei comunicati di ringraziamento e deferenza. A meno di vittorie di Pirro dell’ultimo minuto da parte delle sinistre in Provincia, sempre per vie legali. Naturalmente smentiranno la notizia, anzi l’hanno già fatto in anticipo diramando un comunicato a dir poco bizzarro nel quale qualcuno ironizza sulla vittoria, richiamando però tutti a raccolta (di chi e di cosa?) per l’unità e la coesione di amori e d’intenti all’interno del partito. Fatto stranissimo vista la schiacciante vittoria elettorale del PdL sia nel Comune sia nella provincia di Teramo, senza contare la Regione e la Nazione. Allora, mettere in guardia da presunti veleni e virus interni al PdL aprutino, cosa significa? La corazzata PdL a Teramo è forse in lenta procedura di auto-affondamento nel tentativo di ramificarsi e trasformasi con procedure degne di altri tempi della Repubblica? Per diventare cosa? Una “specie mortale”? In tal caso l’avevamo preconizzato, miei cari Lettori. Quando si è in tanti galli in un “pollaio”, prima o poi non ci può lamentare se nottetempo una famelica donnola, chiamata dalla Natura a far pulizia, compie il suo dovere, magari azzannando anche qualche gallina di troppo. In politica la memoria e il rispetto delle persone contano davvero, non sono un optional come qualcuno machiavellicamente va predicando, pesando di giocare a scacchi con le persone che pedine non sono. I cattolici che hanno contribuito alla schiacciante vittoria del PdL a Teramo negli ultimi mesi ed anni, dove sono finiti? Che fine hanno riservato loro? Sono stati traditi ed allontanati? Per nascondere cosa? Qui la paranoia non c’entra. La politica c’entra. Perché i trasformismi e le spartizioni siano smascherate sul territorio, occorre garantire a tutti i colleghi giornalisti la massima libertà di stampa, di comunicazione e d’informazione sul territorio, anche all’interno dei partiti che si definiscono sulla carta “democratici”. I taglia-gola non servono per il futuro del partito. I tentativi di tappare la bocca sono sempre in atto ma vanno fermati in tempo. Oggi siamo davvero giornalisti finalmente liberi di pensare e scrivere ciò che vogliamo nel rispetto della legge e della deontologia professionale che ci contraddistinguono? A un anno di distanza, personalmente, direi proprio di no. Almeno sul territorio, per un sacco di ovvie ragioni. Per lo più di natura etica e politica. La spartizione del potere, degli incarichi e delle mansioni servili, trova nella Legge il suo limite, grazie a Dio ed alla Costituzione. Chi sale in poltrona nelle istituzioni aprutine, oggi, magari contento, forse per furbizia ma certamente non per merito, stia pur certo che, da scudiero o servo, non cadrà in piedi. Grazie anche all’azione della Legge e del Ministro Brunetta contro i cosiddetti “fannulloni” del pubblico impiego e i “premiati” dell’ultima ora senza espletamento di procedure concorsuali. Perché tradire i nostri valori e i nostri antenati e quello in cui credevano? Benedetta, allora, sia la prima vera grande battaglia del professor Brunetta, giunto al ministero per la Pubblica amministrazione e l’innovazione del quarto Governo Berlusconi, non solo per combattere l’assenteismo negli uffici pubblici. Non solo “contro i fannulloni” della semplificazione giornalistica. I cittadini hanno subito apprezzato. Ma è stata solo la prima rivoluzione in ordine di tempo, subito seguita da innovazioni e premi del merito e della produttività. E i risultati, stando alle cifre ufficiali, sono: il dimezzamento delle assenze per malattia, una migliore qualità dei servizi, più vaste reti per consentire ai cittadini di entrare in contatto con lo Stato e la sua amministrazione. Nel suo libro sulla “Rivoluzione in corso” (ottimo libro sotto l’ombrellone!), Brunetta racconta quel che ha fatto e quel che intende fare: non solo la crociata contro i burocrati che danneggiano cittadini e colleghi, ma anche interventi per connettere in rete uffici che oggi si parlano solo tramite pratiche e carte bollate, misure per stabilire principi di responsabilità e meritocrazia simili a quelli usati nel settore privato, politiche di trasparenza, apertura, efficienza. Dentro a questo vero e proprio diario di bordo si mescolano i dati e le statistiche più aggiornati con i racconti della quotidiana attività, le riflessioni politiche sulla macchina statale con lo stato d'animo e le idee di un ministro che non intende arrendersi, i particolari più significativi di un progetto di grande respiro e gli aneddoti più gustosi della lotta politica, parlamentare, personale. Tutto è presentato con lo stile comunicativo che gli italiani ben conoscono: diretto, efficace e per niente burocratico. “Il succo di queste pagine – rivela il professore – è: cambiare si può, quindi si ha il dovere di farlo. Uno dei mali che affligge il nostro Paese è proprio la diffusa convinzione che tutto sia difficile, e forse anche inutile. Invece capita di verificare che una forte determinazione porta a risultati importanti, anche immediati. Cambiare si può, ma a patto di sapere come e per ottenere cosa. Altrimenti siamo alle chiacchiere da politicanti, al vociare da comizianti. Queste pagine vogliono essere diverse”. Questo, sì, che è il sano Centrodestra che vogliamo al governo delle nostre città, province e regioni. Ma noi, qui, a Teramo, lontana provincia galattica, che facciamo? Tutto e il contrario di tutto, “s-cattolici” permettendo. In questi giorni dove le cifre del consenso politico e dell’attenzione elettorale raggiungono la stratosfera grazie a comunicati illeggibili, abbiamo finalmente risolto un altro angosciante dilemma tutto teramano: quello dell’esistenza effettiva di lotte intestine di medievale memoria, oggi di natura politica, ma pur sempre lotte per la spartizione del territorio. Rivoluzione in corso, Carta dei Valori del PdL alla mano, ovvero naufragio prossimo venturo? Anche questo è il sale della Democrazia.a Teramo, lontana provincia galattica, che facciamo? Tutto e il contrario di tutto, “s-cattolici” permettendo. In questi giorni dove le cifre del consenso politico e dell’attenzione elettorale raggiungono la stratosfera grazie a comunicati illeggibili, abbiamo finalmente risolto un altro angosciante dilemma tutto teramano: quello dell’esistenza effettiva di lotte intestine di medievale memoria, oggi di natura politica, ma pur sempre lotte per la spartizione del territorio. Rivoluzione in corso, Carta dei Valori del PdL alla mano, ovvero naufragio prossimo venturo? Anche questo è il sale della Democrazia.

 


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