Impiegati del Consiglio regionale giocano a burraco in orario di lavoro: la Procura indaga

04 Agosto 2012   11:05  

Meglio le carte da gioco che le carte bollate! E vuoi mettere l'adrenalina di una puntata al toto-scommesse rispetto all'istruire una noiosa e scontata pratica burocratica?

Ha del clamoroso e dello sconcertante l'inchiesta della Procura dell'Aquila che investe il Consiglio regionale d'Abruzzoo. L'ipotesi di reato è che un numero non precisato di impiegati aveva l'abitudine di giocare a burraco e frequentava siti di scommesse on line durante l'orario di lavoro, nel computer del loro ufficio.

Posto fisso e anzi inamovibile, insomma, e pure divertente e,  con un po' di fortuna, assai remunerativo, alla faccia dell'esercito di disoccupati, imprenditori in crisi, e giovani precari per i quali, fuori i palazzi della Pubblica amministrazione, è una scommessa, ma di ben altro genere, arrivare alla fine del mese.

L’inchiesta della Procura dell’Aquila, va subito detto, è scattata su iniziativa dello stesso Consiglio regionale, ovvero dalla denuncia di uno dei due direttori, Paolo Costanzi, a seguito di relazioni interne che denunciavano la scarsissima produttività di alcuni dipendenti dell'Emiciclo a L'Aquila, e anche degli uffici di Piazza Unione a Pescara. I peggiori di quel terzo di dipendenti che non raggiungerebbe comunque gli obiettivi prefissati.

Non si ha notizia di avvisi di garanzia, l'inchiesta procede nel massimo riserbo ed eancora gli inizi. La Digos e Polizia postale stanno in queste ore interrogando o alcune persone interessate a vario titolo alla vicenda. I sistemi informatici del Consiglio  vengono passati al setaccio per risalire agli indirizzi dei dipendenti che coltiverebbero la passione del gioco d'azzardo in orario di lavoro.

Nel frattempo nei computer del Consiglio sono bloccati tutti gli accessi a siti e portali dedicati al gioco on line ed anche a facebook, social network che rappresenta durante il lavoro un potente ed irresistibile fattore di distrazione e di blanda produttività.

Opportunamente il presidente del consiglio Nazario Pagano invita a non generalizzare: '' ''Se il fatto fosse vero – ha spiegato - sarebbe molto grave. Ma si tratterebbe comunque di casi isolati'' Che aggiungiamo noi gettano discredito immeritato sul lavoro serio, onesto produttivo di tanti altri lavoratori della pubblica amministrazione.


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