Imprenditori avicoli evadono il fisco

24 Giugno 2008   10:30  

Tutto ha inizio nel febbraio scorso, quando gli uomini del comando provinciale della Guardia di finanza, guidati dal colonnello Gioacchino Angeloni, danno inizio ad una serie di controlli ai danni dell’economia sommersa, finchè l’attenzione degli inquirenti non si sofferma su una azienda avicola di Villamagna. Dall’analisi dei registri sanitari, necessari per consentire i trattamenti farmacologici degli animali da parte della Asl, spunta fuori la “straordinaria”, nonché sospetta, capacità produttiva,di quest’azienda, che riusciva a gestire un numero di pulcini esorbitante, senza versare contributi e senza pagare tasse. Finiscono, così, nei guai padre e figlio, proprietari della società, accusati di aver evaso circa 10 milioni di tasse. Ma non finisce qui. L’indagine si estende e vengono coinvolte altre 7 società capitali (srl), alcune sconosciute al fisco, altre già inserite nella lista nera degli evasori, tutte appartenenti al sodalizio creato dai due imprenditori di Villamagna. Stesso metodo di lavoro per tutte:  8 capannoni con una capacità di15 mila pulcini per ogni ciclo produttivo di 90-120 giorni, che rendeva circa 150 mila polli l’anno. Ogni  pollo prima acquistato a 0,70 centesimi, veniva poi rivenduto prevalentemente al mercato pugliese a 2,40 euro, Iva esclusa. Un giro d’affari a dir poco  redditizio. Anche  per quanto riguarda l’iva, le indagini hanno accertato che non sono state le dovute ritenute e che oltre 7mila euro non erano stati versati.
 Come se non bastasse, dagli accertamenti sono stati scoperti anche tre lavoratori in nero. Si tratta di extracomunitari con regolare permesso di soggiorno, la cui assunzione risultava essere inesistente , per la gioia dei capi che in questo modo potevano permettersi di non versare i contributi.Tempi duri per gli imprenditori avicoli di Villamagna, che stavolta “purtoppo” non sono riusciti a farla franca.
  (IP)


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