In Abruzzo oltre 18mila gli infortuni sul lavoro

15 Marzo 2012   15:37  

Nel 2011 in Abruzzo diminuiscono gli infortuni e aumentano le malattie professionali. Lo ha reso noto la Cgil di Pescara facendo riferimento ai dati Inail.

Per Nicola Primavera, direttore provinciale Inca Cgil, e Paolo Castellucci, segretario provinciale Cgil, i numeri non rispecchiano la realta' in quanto gli infortuni o non si denunciano o vengono trasformati in malattia.

Per quanto riguarda le attivita' di prevezione, salute e sicurezza, l'ultima relazione della Direzione provinciale del Lavoro di Pescara evidenzia che nel 2011 c'e' stato un incremento delle violazioni rispetto al 2010 pari al 29 per cento e del 150 per cento rispetto al 2009.

Alla luce di questa situazione la Cgil ha avviato una campagna di informazione sui luoghi di lavoro che prevede la distribuzione di duemila questionari relativi al tema della prevenzione e della tutela della salute.

Per quanto riguarda i dati forniti dal sindacato, nel 2011, si contano 18.218 infortuni contro i 19.427 del 2010.

Nello specifico nel territorio della provincia di Chieti si registrano 6.235 infortuni, 4.248 nel teramano, 3.996 nel pescarese e 3.797 nell'aquilano. Sempre nel 2011 si contano 21 morti sul lavoro, sette in meno rispetto all'anno precedente. La maglia nera spetta alla provincia di Chieti con dieci infortuni mortali. A seguire L'Aquila (5), Teramo(3) e Pescara (3).

Nel settore dell'agricoltura, nel 2010, si registrano 2.172 infortuni, vale a dire, il 9 per cento in meno rispetto al 2009. Sempre nel 2010 si contano 5.652 casi di malattie professionali contro i 4.056 del 2009. In particolare aumentano le patologie osteo articolari e muscolo tendinee: 941 casi nel 2006, oltre 4.000 nel 2010.

Si contano poi 696 casi di ipoacusia da rumore e 55 di malattie respiratorie, cutanee, da stress e tumori. Sul fronte dei controlli, nel 2011, sono state ispezionate 2.091 aziende. Nel 59 per cento dei casi sono state riscontrate delle irregolarita', nel settore dell'edilizia la percentuale sale al 79 per cento e in quello della cooperazione all'80 per cento. Infine ad essere maggiormente colpite dal fenomeno del lavoro nero sono le donne.

" Di fronte a questi dati - ha commentato Paolo Castelucci- riteniamo necessario informare e rimettere al centro con forza la questione della salute e della dignita' del lavoro e delle persone". 


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