Inaugurato a L'Aquila il nuovo Archivio di Stato

La memoria salvata

04 Novembre 2009   15:17  

Il patrimonio documentale dell'Archivio di Stato dell'Aquila e' stato interamente recuperato sotto le macerie del palazzo della Prefettura dell'Aquila, crollato nel terremoto del 6 aprile scorso, ed oggi e' stato nuovamente offerto alla citta' e all'Abruzzo, con l'inaugurazione della nuova sede di Bazzano.

Il Ministro per i beni Culturali, Sandro Bondi, questa mattina, nel corso della cerimonia di inaugurazione della nuova sede dell'Archivio di Stato, ha potuto ammirare documenti unici come la Cronica Aquilana di frate Alessandro De Ritiis ( 1400), prosecutore dell'opera di Buccio da Ranallo, la raccolta dei "Privilegi" (1254), di Corrado IV, che disponeva il modo con il quale doveva essere costruita la citta' dell'Aquila, gli Statuti dell'arte della lana, che spiegavano come doveva essere lavorata questa importante risorsa dell'economia agro-pastorale dell'epoca.

Il lavoro di recupero di e' svolto in piu' fasi ed e' stato portato a compimento salvando tutto l'archivio di Stato che si trovava, dal 1835, sotto il Palazzo del Governo interamente crollato.

Tutti i documenti si sono salvati perche' la volta delle stanze che ospitavano l'Archivio di Stato, sotto il Palazzo della Prefettura, ha tenuto anche grazie alle alte scaffalature che hanno fatto da sostegno all'enorme pressione esercitata dalle macerie e dalle scosse telluriche.

"Stiamo parlando - spiega con qualche soddisfazione Paolo Muzi, funzionario dell'Archivio di Stato - di qualcosa come 9 chilometri e mezzo di fondi archivistici, all'incirca 3 milioni di documenti che siamo riusciti a recuperare anche e soprattutto con la collaborazione della ditta 'Premio' di Bologna, specializzata in questo tipo di recupero. Non un solo documento dei cento fondi che costituiscono l'archivio e' andato perduto".

Documenti, libri, pergamene adesso si trovavano sistemati in 9 mila e 500 metri quadrati nell'edificio di Bazzano, in un ambiente opportunamente climatizzato per la loro conservazione.

"Se un'opportunita' c'e' stata in questa tragedia del terremoto - prosegue Muzi - e' stata proprio quella offerta oggi dalla possibilita' di una migliore conservazione dell'archivio ed anche per una migliore fruizione da parte degli studiosi e del pubblico". la complessa opera di trasferimento e riordinamento della documentazione si e' conclusa nel giugno scorso.

L'archivio e' disponibile ad ospitare provvisoriamente a e rendere consultabili anche archivi comunali e di altri centri del territorio che ne facciano richiesta e gia' offre ospitalita' alla Deputazione Abruzzese di Storia Patria e alla sua biblioteca, che sara' consultabile presso la sala di studio dell'Archivio.

Ha preso il via anche il progetto di digitalizzazione dei documenti. " Per la complessita' dell'operazione e per gli alti costi - spiega ancora Muzi - abbiamo cominciato con i documenti piu' importanti come quelli riguardanti gli atti del Processo, tenutosi all'Aquila, presso la Corte d'Appello, nel 1967, per i morti provocati dal crollo della diga del Vajont".

I documenti adesso si trovano presso l'Archivio di Stato di Belluno per la digitalizzazione e al termine saranno ritrasferiti all'Aquila.

L'Archivio di Stato dell'Aquila istituito nel 1835 come Archivio provinciale del regno borbonico, ha avuto da allora sede nell'ala posteriore dell'antico convento di S.Agostino, trasformato nel periodo napoleonico in Palazzo dell'Intendenza provinciale, poi diventato Prefettura.

A causa del progressivo accrescimento dei fondi conservati, al momento del sisma era giunto ad articolarsi in tre sedi: la sede storica principale, con i fondi piu' antichi ed importanti ( Pergamene, Archivio Comunale Antico dell'Aquila, antichi Catasti, antichi Notai del distretto), la sala di studio e la biblioteca; la direzione e l'ufficio amministrativo in un appartamento del palazzo Sidoni, in Piazza della Repubblica; la sede sussidiaria di via cardinale (Catasto posunitario, Distretto militare, Stato civile preunitario) e servizio di riproduzione e restauro.

Tutta questa memoria e' stata salvata ed oggi risiede in una struttura moderna, funzionale ed accogliente.


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