Inchieste, Pastore (Pdl) in Senato contro le intercettazioni

30 Settembre 2010   13:17  

Al dibattito in corso al Senato che si concluderà, come ieri alla Camera, con il voto di fiducia al governo Berlusconi, è appena intervenuto l'abruzzese Andrea Pastore (Pdl).
A lui va dato atto di aver sfiorato la questione legata al post-terremoto; tuttavia, la priorità del suo intervento sembrano averla avuta le inchieste giudiziarie che hanno travolto parte del Pdl e sull'uso delle intercettazioni.
Nonostante le polemiche degli ultimi mesi fra Berlusconi e Fini "sono comunque andati avanti dei provvedimenti" ha detto Pastore, citandone due: "Quello sulla semplificazione che pone al centro il cittadino, la famiglia, l'impresa, liberandoli da lacci e lacciuoli della burocrazia; e il provvedimento del federalismo fiscale che sta creando le basi della riforma costituzionale".
Poi Pastore, rivolto al premier, ha aggiunto: "Voglio parlarle anche da abruzzese. Una delle testimonianze della politica del fare è stata quella con cui si è affrontata l'emergenza terremoto. Il governo non è venuto e non viene meno ai suoi compiti e alle sue responsabilità e gli abruzzesi ne sono consapevoli, la ringraziano, sappia che c'è una maggioranza silenziosa che apprezza l'operato dell'esecutivo".
Poi, nel breve intervento durato meno di dieci minuti, ampio spazio alle recenti bufere giudiziarie. "L'Abruzzo dopo il terremoto naturale ha subito un terremoto giudiziairio il cui pilastro, ahinoi, è stato l'abuso del ricorso alle intercettazioni. Ritengo necessario intervenire per ricondurre uno strumento d'indagine utile e necessario dentro alvei di ragionevolezza. L'inchiesta della Procura di Pescara ha colpito particolarmente il Pdl che viene rappresentato come un gruppo di corrotti e affaristi".
Infine, ancora sull'uso di intercettazioni: "E' grave che questi mezzi di prova vengano diffusi sulla stampa gettando un fango che difficilmente viene poi lavato".


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