Influenza A: Fazio, la stagionale 10 volte più aggressiva

30 Ottobre 2009   15:14  

L'influenza stagionale e' dieci volte piu' aggressiva di quella da virus H1N1. Lo ha ribadito il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio che stamani ha incontrato i vertici del mondo dello sport (il presidente del Comitatro Paraolimpico Luca Pancalli, presidente del Comitato Paraolimpico, il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete e il presidente del Coni Gianni Petrucci). Fazio ha ancora una volta sottolineato il "carattere leggero e la benignita' della nuova influenza". "Fino a oggi l'influenza A ha causato 11 morti su 400 mila casi stimati - ha detto -.

L'anno scorso la stagionale ha provocato 8 mila morti a fronte di 4 milioni di casi. Dunque l'incidenza dell'influenza A e' dello 0,02 per mille contro lo 0,2 per mille dell'influenza stagionale. La stagionale appare quindi 10 volte piu' aggressiva dell'influenza A". Al momento nel mondo dello sport a essere vaccinati saranno i 350 atleti che parteciperanno alle Olimpiadi di Vancouver. Per quanto riguarda poi il ritardo nella disponibilita' dei vaccini il viceministro ha accusato le Regioni "responsabili dell'organizzazione sanitaria". "Noi possiamo fare ordinanze generiche ma sullì'organizzazione - ha aggiunto Fazio - delle vaccinazioni e su come vengono gestiti i cittadini, le Regioni sono sovrane.

E' importante che si vaccinino il prima possibile i malati a rischio, cioe' i malati cronici". Intanto al Cotugno di Napoli migliorano le condizioni di due dei tre pazienti ricoverati per il virus H1N1. E a Roma all'Umberto I otto sono i bambini, di cui uno grave e uno gia' dimesso. L'Oms fa sapere che il numero dei decessi per l'influenza A nel mondo e' arrivato a 5.700, di cui 700 solo nell'ultima settimana, aggiornando cosi' il bilancio dei decessi da quando il virus e' stato isolato, ad aprile.

Da una ricerca del Censis infine emerge che sei italiani su dieci non sono spaventati dal virus H1N1. A non temere una pandemia e' il 61,4% degli italiani, soprattutto gli uomini (68,1%), i laureati (74,4%), i residenti del Nord-Ovest (66%) e del Nord-Est (74,5%). Ad avere meno paura sono, inoltre, gli abitanti dei centri urbani piu' piccoli - fino a 10 mila abitanti (61,9%) e tra 10 mila e 30 mila abitanti (64,4%) - e gli italiani piu' giovani (piu' del 65%).

FAZIO, INSEDIATA COMMISSIONE PER CASI GRAVI

Una rete nazionale, in collegamento con il ministero e le Regioni, per la gestione dei casi gravi da virus H1N1. Lo ha annunciato il viceministro alla salute Ferruccio Fazio ribadendo che si tratta si' di "un'influenza benigna e a carattere leggero, ma preoccupano le complicanze polmonari che possono manifestarsi in bambini e giovani colpiti dal virus. Per questo - ha spiegato nel corso della conferenza stampa al Ministero - sono gia' stati individuati 14 centri specializzati per la rete nazionale di gestione dei casi gravi di influenza A". Un lavoro portato avanti a stretto contatto con le Regioni, ha continuato il viceministro, "per fare in modo che quelle che non hanno centri di questo genere, sappiano con facilita' a chi rivolgersi".

FAZIO, ORDINANZA PREVENZIONE IMPIANTI SPORTIVI

Per la prevenzione dell'influenza A, il Ministero mette a punto un'ordinanza con indicazioni e istruzioni per gli atleti e per la gestione degli spogliatoi delle palestre e degli impianti sportivi. Lo ha annunciato il viceministro della Salute Ferruccio Fazio nella conferenza stampa che ha seguito l'incontro con il presidente del Coni Gianni Petrucci, il presidente Figc Giancarlo Abete, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega allo sport Rocco Crimi ed il presidente del Comitato paralimpico Luca Pancalli. Decisa la vaccinazione degli atleti e dei componenti della delegazione italiana alle Olimpiadi e Paraolimpiadi di Vancouver, ha dichiarato Fazio e "questo perche' non vogliamo togliere agli italiani momenti di vita 'buona' come lo sport passivo e il tifo e non vogliamo che la rappresentanza italiana alle Olimpiadi sia decimata dal virus H1N1", ha aggiunto. Per tutte le altre richieste avanzate dal mondo sportivo contro il pericolo dell'influenza A, come la vaccinazione ai calciatori, "e' stato costituito un comitato ristretto tra ministero del Welfare, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport Rocco Crimi ed il Coni che valutera' le azioni da intraprendere ruguardo gli atleti". Il Comitato "si riunira' tra una decina di giorni", ha concluso il viceministro alla salute.

INFLUENZA A: CENSIS, SEI ITALIANI SU 10 NON LA TEMONO

Sei italiani su dieci non sono spaventati dall'Influenza A. E' quanto emerge dall'indagine periodica del Monitor Biomedico e del Censis. In particolare a non temere il virus H1N1 o di una pandemia e' il 61,4% degli italiani ,soprattutto gli uomini (68,1%), i laureati (74,4%), i residenti del Nord-Ovest (66%) e del Nord-Est (74,5%). Ad avere meno paura sono, inoltre, gli abitanti dei centri urbani piu' piccoli - fino a 10 mila abitanti (61,9%) e tra 10 mila e 30 mila abitanti (64,4%) - e gli italiani piu' giovani (piu' del 65%). Sulle cause della mancanza di timore, piu' del 37% ritiene che, in realta', i rischi siano gonfiati dai media, mentre oltre il 24% e' convinto che le nostre tutele sanitarie siano adeguate per evitare il diffondersi della pandemia. Particolarmente critici verso l'allarmismo sono gli uomini (42,7%), i soggetti con un titolo di studio piu' elevato (il 44,4% dei diplomati e il 41,2% dei laureati), gli abitanti del Nord-Ovest (43%) e del Centro (38,9%), i giovani dai 18 ai 29 anni (49,5%), coloro che hanno un livello di reddito alto o medio-alto (42%), le famiglie monogenitoriali (42,9%). Piu' fiduciosi nelle tutele previste dalla sanita' sono i residenti del Nord-Est (41,2%). E' invece tra i residenti del Sud (quasi il 49%) e quelli del Centro (40%) che si regista una quota nettamente piu' alta di persone che dichiarano di avere paura dei rischi di pandemia legati all'influenza A. Sono piu' spaventati gli anziani (47,1%) e le donne (45%), ma anche i soggetti meno scolarizzati, con al massimo la licenza elementare (51,5%), gli abitanti dei centri urbani piu' grandi (41,4%), coloro che dispongono di redditi piu' bassi (quasi il 60%) e le coppie senza figli (44,2%). La paura dipende soprattutto dalla convinzione che le malattie arrivino anche da noi a causa della globalizzazione (il 24% delle opinioni raccolte, dato che sale a quasi il 31% nel Mezzogiorno e al 28,5% tra le donne), oppure dalla sfiducia nel sistema di tutele attivato (il 14,6% dichiara che il sistema di tutela non e' adeguato). Dall'indagine risulta inoltre che anche nel 2005 la maggioranza degli italiani non aveva paura delle pandemie (il 63,7% dichiarava di non essere spaventato). Da allora si e' registrato un lieve incremento della paura, diffusa tra il 36,3% della popolazione nel 2005 e tra il 38,6% nel 2009. La paura e' aumentata tra i residenti del Sud (dal 43,1% al 48,9%) e del Centro (dal 31,1% al 40%) e tra gli ultrasessantacinquenni (dal 40,2% al 47,1%). Rispetto al 2005 sono aumentati gli italiani che puntano il dito contro l'enfatizzazione dei media (+8,4%).

 

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