Inizia dal Circus (Pe) la campagna elettorale di Gianni Chiodi

di Gianni Chiodi, candidato presidente

08 Novembre 2008   17:16  

“E’ il tempo della fierezza degli abruzzesi, è il tempo di una nuova classe dirigente”
 
“Gli abruzzesi sono persone oneste e generose che vogliono lavorare sodo e fare sacrifici per le generazioni future. Qui, stamane, c’è un popolo che ama l’Abruzzo e può cambiarlo. E dobbiamo agire ora. Oggi e non domani. Questo è il nostro tempo, è il tempo della fierezza degli abruzzesi, è il tempo di una nuova classe dirigente”. Con queste parole il candidato del Pdl alla presidenza della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha salutato questa mattina (sabato 8 novembre) a Pescara i numerosi cittadini, arrivati da tutto l’Abruzzo (tanto da riempire il Teatro Circus), per conoscere i candidati al consiglio regionale nelle quattro liste che sostengono l’ex sindaco di Teramo (Popolo della Libertà, della lista civica Rialzati Abruzzo! con Chiodi Presidente – Abruzzo Futuro, del Movimento per l’Autonomia Abruzzo e dei Liberal Socialisti Abruzzo).
 
“La nostra coalizione rispetta gli avversari politici”
                                                                                         
“Intendo altresì rivolgermi all’On. Costantini, all’On. De Laurentis, all’On. Buontempo e a Ilaria Del Biondo e ai loro supporter. Nei prossimi giorni ci confronteremo spesso, forse ci confronteremo aspramente, perché ci sono grandi differenze tra di noi. Ma dovete sapere che avete il mio rispetto. La nostra cultura- quella del centrodestra – rispetta gli avversari politici; non è così per la cultura della sinistra che, da sempre, li denigra ed offende. Io, noi, invece, vi rispettiamo. Tra le tante cose che ci differenziano, ce ne sono anche alcune che ci uniscono. Abbiamo valori comuni: tutti e cinque pensiamo che gli uomini e le donne sono stati creati per essere liberi, che sono depositari di diritti naturali inviolabili, che sono uguali e devono avere uguali opportunità. Ma caro Costantini, non ci si può presentare un giorno nelle vesti di abili navigatori della politica fallimentare del centrosinistra regionale e il giorno appresso in quelle di paladini di cambiamento. Non si può partecipare a pieno titolo nelle maggioranze di governo regionale (ma anche di Pescara), e al tempo stesso presentarsi come il leader più giusto per tracciare una rotta nuova e migliore per l’Abruzzo”.
 
 “Costantini occulta i suoi alleati”.
 
“Dai discorsi del candidato di centrosinistra, sembra che il PD – che presenta gli stessi protagonisti della fallimentare gestione politica – non esista. Non parla mai dei partiti alleati, dice di essersi alleato non con partiti ma con persone. Mi verrebbe da chiedergli se Paolini & Company glieli ha dati qualcuno o se, per caso, li abbia incontrati al mercato e reclutati. Costantini occulta i suoi alleati, ma si occulta qualcuno di cui ci si vergogna o al quale si reputa sconveniente essere accomunati. Ma… non si possono prendere le distanze in piazza e poi fare comunella davanti al caminetto. Questo atteggiamento è politicamente ipocrita. Il tentativo di prendere le distanze dai protagonisti di una fase politica evidentemente vergognosa e fallimentare ma, nel contempo, allearsi con loro, è atteggiamento di stregoneria politica, degna di una grande famiglia infingarda, che denota la considerazione che costoro hanno dell’intelligenza degli abruzzesi. Voler stipulare un patto con gli abruzzesi ma prenderli in giro ancora prima di sottoscriverlo. E’ degno del peggiore imbonitore politico. E’ su queste basi che vogliono costruire un patto di fiducia con gli abruzzesi? E’ questo il loro modello di Governo? E’ questo il modello di Governo di Costantini? E’ morale politicamente tutto questo? E’ etico tutto questo? Per questo dobbiamo assistere anche a questo. L’On. Di Pietro ed il suo alfiere che ritengono di essere i pontefici massimi, i depositari assoluti ed esclusivi dell’etica politica e della legalità, i soli custodi della legge. Ma il custode della legge è la legge stessa. Di Pietro e il suo alfiere hanno la pretesa di attribuirsi un effetto palingenetico e cioè, tutti quelli che vanno con loro diventano “puri”. Insomma Di Pietro pensa di essere come quella saponetta della pubblicità di un tempo: tutto ciò che toccava si purificava. Ma Di Pietro non vede che il suo partito, è un refugium peccatorum, un luogo di transumanza politica degli scontenti. Anche il suo alfiere vi è approdato per ripicca ad una mancata candidatura da parte del suo partito di provenienza solo dopo aver negoziato una candidatura sostitutiva di quella negata”.
 
“L’Abruzzo ha bisogno di costruire”
 
“L’Abruzzo ha bisogno di costruire. Costruire un sistema sanitario di qualità, assicurare trasparenza ai processi amministrativi, attuare una reale sussidiarietà, ridurre i costi della politica (soprattutto quelli maggiori che attendono all’incapacità decisionale e quindi alle mancate realizzazioni), rifondare la politica dei trasporti e delle infrastrutture per rilanciare l’economia, sviluppare il turismo e tutelare l’agricoltura e l’artigianato, riformare gli enti strumentali della regione, proteggere e migliorare il sistema idrico integrato e quello della gestione dei rifiuti e tante altre cose ancora”.

“Voglio stare dalla parte dei cittadini ed agire per un futuro migliore”.
 
“Molti abruzzesi oggi sono preoccupati per la stabilità del loro posto di lavoro o sono addirittura impegnati a cercarne uno, o stanno lottando per arrivare a fine mese. Quello che chiedono alle istituzioni politiche ed in particolare al governo regionale è di stare dalla loro parte e non di essere di intralcio. Di ascoltarli ed essere loro vicini con umiltà e non con l’arroganza del potente di turno. Ed è questo quello che intendo fare: stare dalla loro parte ed agire per un futuro migliore e costruire una casa comune: LA CASA ABRUZZO”.
 
“Meritocrazia significa anche che il welfare state deve essere concepito per aiutare chi veramente è più debole”
 
“Dovremo darci delle priorità. Dovremo prendere decisioni difficili. E benché l’Ente Regione possa avere un ruolo cruciale nel favorire i cambiamenti necessari, è chiaro che non basteranno più fondi pubblici e programmi a portarci là dove dobbiamo arrivare. Ciascuno di noi, nel suo piccolo, dovrà accettare di instillare un’etica nuova nei nostri figli, e nuovi valori: in primis quello della meritocrazia per adattarsi ad una società che non potrà mai più essere quella assistenziale. Meritocrazia significa anche che il welfare state deve essere concepito per aiutare chi veramente è più debole sradicando privilegi e forme di assistenzialismo diffuse e costose che, peraltro, sottraggono risorse a chi ne avrebbe più diritto e bisogno”.
 
“Il presidente Berlusconi mi ha sollecitato affinché l’Abruzzo diventi un laboratorio del PDL”.
 
“Il presidente Berlusconi mi ha sollecitato affinché l’Abruzzo diventi un laboratorio del PDL, del grande partito dei moderati alternativo alla sinistra. Un laboratorio politico e di buon governo. Ebbene diciamolo in cosa crediamo. Prima di tutto in tasse più basse, nel recupero del principio dell’autorità (come baluardo dei più deboli), nella libertà dell’uomo. Noi crediamo nel lavoro, e dobbiamo smetterla di parlare del lavoro solo in termini di alienazione come per tanti anni la cultura della sinistra ha propugnato. Crediamo nell’etica del lavoro, nella sua nobiltà perché, tra l’altro, è il lavoro che crea la crescita economica e non il contrario. Ciò significa che bisogna lavorare di più e non di meno. Noi crediamo da sempre – e non da qualche anno –nella meritocrazia. Crediamo nella cultura della vita, nella responsabilità personale ed individuale. Crediamo nel valore della famiglia. Crediamo in una Regione che liberi la creatività e l’iniziativa degli abruzzesi e che non la opprima con una burocrazia asfissiante. Crediamo nell’uso oculato delle risorse finanziarie che i cittadini ci mettono a disposizione e vogliamo ridurre la spesa perché aumentarla significa mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Crediamo in una politica che faccia prevalere il buonsenso sull’ideologia; il parlare chiaro sulla propaganda. E difficile tutto ciò? Certo che è difficile! Ma tutti insieme dobbiamo farlo. Dobbiamo alzarci, anzi rialziamoci. Non rassegniamoci al declino, non perdiamo la speranza che si possa risalire e che una classe dirigente sia in grado di farlo. Gli abruzzesi sono persone oneste e generose che vogliono lavorare sodo e fare sacrifici per le generazioni future. Qui, stamane, c’è un popolo che ama l’Abruzzo e può cambiarlo. E dobbiamo agire ora. Oggi e non domani. Questo è il nostro tempo, è il tempo della fierezza degli abruzzesi, è il tempo di una nuova classe dirigente”.


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