Italiano arrestato a Cuba: sta bene ma presto sarà espulso

30 Agosto 2006   16:22  
Alfio Bosio, il bresciano residente a L´Avana (Cuba) e arrestato sabato scorso dall´Ufficio immigrazione cubano per immigrazione illegale, e ancora in stato di fermo nello speciale Centro di accoglienza della Capitale cubana per gli stranieri in questo status. Lo fa sapere l´Ambasciata d´Italia a Cuba che si sta interessando al caso dell´italiano 57enne, da anni residente a Cuba dove è sposato con una cubana e ha una figlia di cinque anni, entrambe con passaporto anche italiano. Bosio è in buone condizioni di salute ma sarà trattenuto in stato di fermo fino a quando non verrà espulso dal paese, dove chi ha la residenza "temporal" (lavoratori stranieri) scaduta - come nel caso dell´ex dirigente di un´impresa canadese andata via da Cuba pochi mesi fa - se non trova in tempo un nuovo lavoro dove andare via, pur se con famiglia cubana. Bosio sarà espulso non appena venduta la sua auto immatricolata a Cuba, che potrebbe anche essere comprata dallo Stato. Il Centro dove Bosio è in stato di fermo non è un carcere ma nemmeno un hotel, fa sapere la nostra Ambasciata, e il bresciano potrà essere visitato dalla moglie Yanet solo il prossimo sabato, giorno di visita. L´ambasciatore Domenico Vecchioni si è subito interessato al caso, non appena saputo, non dalle autorità cubane, però. La nostra rappresentanza diplomatica precisa che succede sempre così: quando vengono arrestati italiani lo si viene a sapere sempre prima dai familiari che dalla polizia locale (nella foto agenti in divisa controllano le spiagge cubane). Anche il sottosegretario agli Esteri Donato Di Santo (con delega all´America Latina) segue costantemente il caso Bosio, sul quale c´è la piccola speranza che possa ottenere, se non la proroga, una nuova residenza "temporal" cubana una volta rientrato in Italia con l´espulsione. Il bresciano ha ricevuto a inizio agosto un incarico di responsabile a L´Avana di un progetto di cooperazione internazionale fra l´Italia e Cuba nel campo culturale, ma non gli era ancora giunta dall´Italia la documentazione in originale necessaria anche alle sue personali formalità burocratiche. Pur se la parte cubana del progetto aveva avuto copia dei documenti via e-mail. L´Ambasciata si sta anche occupando dell´istanza che Bosio ha fatto un mese fa per esporre i suoi problemi burocratici ed economici, visto che la sua ex società canadese, presieduta e controllata da un cittadino italo-canadese, con doppio passaporto, lo ha licenziato da dirigente e socio senza, però, liquidarlo ancora, quota compresa. Pare che Bosio, che il 22 agosto scorso ha compiuto 57 anni, con gli otto anni di lavoro alle dipendenze canadesi a Cuba, avrebbe pure maturato i 35 anni di contributi utili alla pensione italiana, grazie all´accordo che l´Inps ha con tutti i paesi di emigrazione italiana, fra cui il Canada. La pensione italiana gli avrebbe potuto permettere in extremis, infatti, di poter ottenere la residenza cubana "permanente" che gli stranieri possono chiedere se dimostrano di avere reddito con cui sosteneresi a Cuba. La difficoltà economiche di Bosio gli hanno persino impedito di poter uscire e rientrare da Cuba, escamotage che gli avrebbe, intanto, permesso di rientrare nell´isola caraibica come turista, per altri due mesi. A Brescia rimangono preoccupati ma fiduciosi i fratelli di Bosio, Silvana, Alda e Adriano, noto in città per essere stato alle ultime elezioni comunali candidato sindaco per la lista Alternativa sociale di Alessandra Mussolini. "Nostra madre, ultranovantenne e malata - fanno sapere i fratelli - non deve nulla dell´arresto di Alfio. La lontananza in questi ultimi 10 anni del suo ´piccolo´ Alfio è stata sempre il suo cruccio".

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