L'Aquila. Dopo Chieti, l' umiltà dei forti contro un Teramo che ci crede

Pagliari smorza: niente feste nè arrostate

04 Giugno 2013   14:29  

Un giorno di riflessione prima di tornare a scrivere. Necessario, per razionalizzare un clima euforico e un momento storico della storia rossoblù. Già, la storia. Perché tredici anni dopo lo spareggio di Avellino, si torna a respirare l’ aria delle grandi occasioni. 

Come due anni fa alla vigilia di Prato, e più di due anni fa. Allora c’ era l’ emozione di un play off conquistato al primo anno del ritorno nei professionisti, oggi c’ è l’ entusiasmo di una finale.

E’ cambiato il vento in città. Sembrano lontane anni luce le polemiche di qualche mese fa. Basta soffermarsi a prendere un caffè al bar col presidente Chiodi per rendersene conto. Pacche sulle spalle, incoraggiamenti, attestati di stima. In due parole, la città ci crede.

Sarà la battaglia delle battaglie, contro un Teramo che definire in palla sarebbe riduttivo. Cappellacci sa di gran lunga il fatto suo, la squadra fisicamente va a mille, l’ entusiasmo è ai massimi, a Campitelli è tornata la voglia di fare calcio grazie a risultati esaltanti.

Insomma, sarà durissima, ma L’Aquila ci crede. Perché il passaggio del turno ha liberato pubblico e squadra dai fantasmi di Prato. E perché in due partite L’Aquila ha mostrato quella convinzione e quella sicurezza che in stagione raramente si erano viste.

Evidentemente funziona la cura Pagliari, che oltre a un radicale lavoro psicologico e disciplinare, ha ideato un paio di novità tattiche. Ma quel che al momento conta più di tutto, è rimanere con i piedi per terra. E in questo senso sta operando in profondità Pagliari. Che domenica, ripartendo da Chieti, non ha permesso alla truppa rossoblù di fermarsi a festeggiare con i tifosi all’ autogrill di Brecciarola (“cosa c’ è da festeggiare?” avrebbe detto Pagliari) e ieri ha pure rifiutato l’ invito alla scaramantica arrostata del mercoledì organizzata dalla società dove, a suo dire, si ascoltano toni troppo entusiastici.

Una lucida e razionale capacità di inquadrare la situazione di una piazza capace di passare dalle stelle alle stalle e viceversa nel giro di una settimana. Santo equilibrio.  

Alessandro Fallocco


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