L'Aquila-Foligno,le interviste. Graziani:"C' è da lavorare, i campionati non si vincono ad ottobre"

Fuori lo stadio lo striscione "Trasferte libere" dei Rbe 1978

14 Ottobre 2012   21:02  

“Un passo indietro? Non credo – fuga subito dai dubbi Archimede Graziani in sala stampa – La squadra ha giocato, abbiamo costruito parecchie palle gol. Volevamo fare bene davanti al nostro pubblico, poi invece purtroppo quell’ episodio rocambolesco sul quale abbiamo preso gol ci ha limitato e demoralizzato. Abbiamo cercato di riprendere le corde della partita, alla fine abbiamo acciuffato il pareggio.”

“Creiamo tanto, su certi meccanismi ci stiamo lavorando – continua Graziani su gioco e cattiveria sotto porta - Di positivo oggi ho visto quelle 6-7 occasioni da gol dalle quali dobbiamo ripartire. Io comunque non sono preoccupato. Ci è mancato il risultato casalingo per trovare continuità, ma una squadra che centra 7 punti in 3 partite non va male. E’ chiaro che io gioco per vincere. Avete visto tutti come abbiamo preso gol. Credo un episodio simile per come si è verificato oggi si verificherà tra 153 anni. Gli atteggiamenti della squadra e le distanze tra i reparti non cambiano con tre giorni. E’ successo che noi avevamo preparato la partita in una certa maniera, loro invece oggi accorciavano continuamente su Iannini e Carcione e Agnello invece di abbassarsi si alzavano. Questa cosa ci ha costretto spesso al lancio lungo. Però è un’ occasione, non è che si ripeterà spesso. D’ altronde siamo alla settima giornata, ci sono delle situazioni su cui stiamo lavorando e che dobbiamo migliorare. A volte ci riescono bene, altre volte meno.”  

Sostituzioni? Sono cambi dettati dalle caratteristiche. Le ho fatte più di una volta, conoscendo i giocatori che mando in campo. Ciotola è bravissimo nel fare un certo lavoro negli ultimi 20-30 metri, in quel momento mi serviva uno come Triarico che potesse incidere negli ultimi 60 – 70 metri. Poi ho sostituito Infantino con Colussi, perché volevo dare più corposità a quei palloni che entravano in area e Roberto nell’ impatto con la palla è più incisivo nei 16 metri.”

“Spero che capisca che stiamo lavorando per una gioia comune – continua Graziani parlando del pubblico e di qualche critica piovuta dagli spalti al triplice fischio – Se potessi barattare una vittoria esterna con una interna lo farei subito. Questa scontentezza mi rammarica perché non aiuta i ragazzi. A noi serve una mano,  lo dico per il bene dell’ Aquila. Poi il pubblico è giusto che faccia le sue esternazioni. Teniamo presente che in campo ci sono gli avversari, che qui non vengono a vittime sacrificali. Comunque i campionati non si vincono ad ottobre. Prendete lo Spezia: alla fine del girone d’ andata era penultimo, poi ha vinto il campionato. L’ importante è che il gruppo sia coeso, le difficoltà passeranno.”

“Soddisfatto della prova, meno del risultato – esordisce mister Barbetta nella sala stampa del Fattori – Non tanto perché L’Aquila non abbia meritato il pareggio, quanto perché è arrivato nei minuti finali e alla vittoria ci avevamo fatto la bocca. Comunque accettiamo di buon grado, L’Aquila è una grossa squadra ma eravamo venuti qui per fare risultato. Il cambio di Gaeta? Un piccolo infortunio, aveva un problema con un’ unghia del piede.”

“Avessimo pareggiato con un’ altra squadra ci sarebbe stato pure rammarico – commenta il direttore generale dei falchetti Roberto Damaschi – Ma con una squadra come L’Aquila non possiamo lamentarci di un pareggio. Anzi, prima della partita avremmo firmato sicuramente per il pari.”

“Trasferte Libere.” Anche i Red Blue Eagles 1978 hanno aderito all’ iniziativa ultras “Trasferte Libere”. Un’ iniziativa a cui hanno partecipato numerose tifoserie di serie A, B e Lega Pro e sull’ onda della quale nelle principali città italiane sono apparsi degli striscioni per sensibilizzare le autorità competenti circa la possibilità di tornare ad incitare i propri colori anche in trasferta. Nel caso aquilano, uno striscione inequivocabile è stato affisso all’ esterno dello stadio, nella rotonda del Torrione, proprio di fronte la questura del capoluogo abruzzese.

Alessandro Fallocco


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