09 Ottobre 2010 18:16
Finisce 28-28 l'esordio in coppa di eccellenza per L'Aquila Rugby.
Una partita tirata fino all'ultimo secondo, ha visto la Lazio e i neroverdi darsi battaglia sul campo del Tommaso Fattori.
Come sempre, i calci di Paolucci sono stati un punto fermo per gli uomini di Massimo Di Marco, ma oggi si sono visti importanti passi in avanti anche in altre fasi di gioco, specialmente nella mischia. Nota di incoraggiamento, visti i precedenti. Basti pensare che oggi tutte e tre le mete realizzate dall'Aquila Rugby sono arrivate grazie alla spinta del pacchetto di mischia neroverde.
Anche in touche sono stati commessi molti meno errori rispetto al passato, segno che i miglioramenti ci sono e sono visibili. Rimangono purtroppo le molte disattenzioni, senza le quali il risultato finale sarebbe stato ben diverso. Fondamentalmente la partita è stata fatta esclusivamente dall'Aquila che però ha subito tre mete per altrettante amnesie difensive. Tre buchi perfettamente imbeccati dagli avanti laziali che hanno puntualmente siglato i cinque punti.
Buona la prestazione di Loki Crichton, in netta cresciata rispetto alle prime apparizioni in maglia neroverde. Ha dimostrato di avere un'ottima visione di gioco e ha registrato il piede calciando in maniera quasi perfetta nell'arco dell'incontro. Suo un drop da 25 metri al 13' minuto della ripresa.
Ma senza parlare dei soli singoli, c'è da dire che l'intera squadra ha dimostrato di sapersi muovere bene in campo e di cominciare a giocare come dovrebbe, fatta eccezione per le già citate disattenzioni, che hanno un peso davvero rilevante nell'arco degli ottanta minuti. Basti pensare che al 40' minuto della ripresa eravamo sotto di tre punti. Dopo ripetute mischie sui cinque metri laziali, segnate dai falli degli ospiti che avrebbero potuto anche portare ad una meta tecnica, si è optato per il calcio. Paolucci trasforma e l'arbitro fischia la fine dell'incontro.
Un buon pareggio raggiunto all'ultimo secondo che lascia però l'amaro in bocca. Con un pò più di attenzione e con meno sbavature si poteva vincere.
Matteo De Santis
