L'Aquila Rugby: più nero che verde

La crisi della società aquilana

20 Luglio 2010   13:15  

"Chiuso perchè L'Aquila rugby è campione d'Italia".

16 anni fa questa scritta campeggiava sulle saracinesche abbassate di molti negozi del centro storico. Vecchi ricordi di un bambino di 10 anni che quel giorno camminava per la città, osservando il delirio collettivo di una comunità in festa. Era il 1994, anno della scesa in campo del silvio nazionale e anno in cui L'Aquila rugby batteva in finale proprio il Milan di Berlusconi.

La città esplose in una festa incontenibile, e molti negozianti chiusero i battenti per andare ad urlare in mezzo agli altri.

Oggi L'Aquila Rugby sta attraversando una delle crisi più nere della sua storia. Quel 1994 sembra solo un vecchio ricordo. Della vittoria sul Milan di Berlusconi, oggi, agli aquilani, non rimane che Berlusconi stesso, il cui destino si è fatalmente scontrato con quello della nostra città.

"La situazione è di netta difficoltà, forse una delle più nere della storia aquilana". Marco Molina così commenta la crisi neroverde. La Ferla, sponsor principale della squadra, ha abbandonato la società e sembra non voglia neanche pagare gli ultimi conti in sospeso. I pochi giocatori che erano stati acquistati, sono ora stati messi in sospeso. Campagna acquisti totalmente bloccata in virtù delle difficoltà economiche. In questo momento non ci sono i soldi per poter stipulare anche solo un nuovo contratto. Lunedì ci sarà un nuovo consiglio dei soci per parlare di questi problemi.

"A mio parere ci sono stati troppi silenzi intorno alla società neroverde. Nessuno ha mosso un dito in favore dell'Aquila Rugby e adesso la situazione è complicatissima". Chiude laconicamente Molina.

Sarà una stagione durissima. Senza soldi e senza troppe speranze.

16 anni fa i negozianti chiusero le proprie attività per andare a festeggiare. Oggi un enorme cartello con su scritto "CHIUSO" aleggia su tutto il centro storico. La nostra città sta lentamente morendo e anche l'unica fioca luce che continuava a brillare si sta lentamente spegnendo.

Matteo De Santis


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