L'Aquila a Milano: una storia di fede e cultura lungo il cammino dell'arte

Il 15 marzo a Palazzo Cusani, l'apertura dell'esposizione

15 Marzo 2013   17:44  

Il testo dell'intervento dell'arcivescovo:

Un caro e cordiale saluto ai graditi ospiti presenti:

Al Generale Antonio Pennino, che ci accoglie nella splendida cornice di Palazzo Cusani, sede istituzionale dell'Esercito Italiano;

Al Colonnello dell'Esercito Francesco Cosimato;

Alla dott.ssa Lucia Arbace, Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo, curatrice di questo evento espositivo;

Al dott. Fabrizio Magani, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Abruzzo;

alla Direzione Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali che ha accolto con entusiasmo questa iniziativa culturale (ho avuto la possibilità di incontrare, nei giorni scorsi, la Dott.ssa Antonia Pasqua Recchia e mi ha espresso personalmente la gioia e l’entusiasmo per questa iniziativa!);

Alla Soprintendenza di Milano, che non ha fatto mancare il suo attento e scrupoloso indirizzo per la salvaguardia delle opere;

Ai Reverendissimi Mons. Sguaitamatti e Mons. Bressan rappresentanti dell’Arcidiocesi di Milano (a loro chiediamo di trasmettere il nostro sentito ringraziamento per il sostegno e la condivisione al Signor Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano);

Alle autorità civili e militari presenti;

Al Prof. Gimede Gigante, dell’Università Bocconi di Milano, consulente della nostra Arcidiocesi, per la preziosissima, insostituibile e meritoria opera di coordinamento e organizzazione di questo evento;

Ai collaboratori del nostro Ufficio diocesano per i Beni Culturali che hanno seguito con grande passione, costanza, generosità e competenza l'organizzazione di questo evento culturale;

Ai rappresentanti della Stampa, intervenuti in questo giorno in cui la nostra Arcidiocesi dell'Aquila approda a Milano per inaugurare questo evento espositivo di capolavori d'arte, fede e cultura che hanno contribuito a scrivere alcune delle più significative pagine della storia aquilana attraverso i secoli;

E, infine,  un affettuoso saluto a tutti i presenti. E un grazie vivissimo!

Quando nel mese di settembre dello scorso anno abbiamo iniziato a ragionare sulla opportunità di accogliere l'invito, proveniente dalla splendida città di Milano - a noi tanto cara e particolarmente vicina soprattutto nel dopo sisma dell'aprile 2009 - con viva trepidazione ma anche con molto entusiasmo ci siamo impegnati, nonostante le tante difficoltà logistiche di una Arcidiocesi ancora oggi sconvolta e ferita dal terremoto, affinché si accogliesse con la giusta e dovuta riconoscenza questo momento di condivisione fraterna sui sentieri dell'arte sacra.

La prestigiosa ambientazione di questo Palazzo seicentesco, posto nel cuore di Milano, nell'area della più nota Pinacoteca di Brera, ci ha accolto con generosa amicizia, e ci ha riportato alla mente la grande opera di solidarietà e sostegno che la Regione Lombardia ha realizzata in favore della nostra città, costruendo e donando la struttura che attualmente ospita la Residenza Universitaria, intitolata  ad un santo particolarmente caro a Milano e a tutta la Lombardia: “S. Carlo Borromeo”.

La Residenza Universitaria S. Carlo ci consente di poter ospitare, oggi,  130 studenti e studentesse e di assicurare spazi per lo studio ai circa 800 ragazzi e ragazze che quotidianamente la frequentano.

Oggi ci troviamo qui nella bellissima città di Milano.

Siamo venuti dall'Aquila, la nostra amata città, che il 6 aprile 2009 è stata colpita con inaudita ferocia da un violentissimo sisma. Erano ormai passati tre secoli dall'altro devastante sisma del 2 febbraio 1703, che si verificò nel cuore del giorno e rase al suolo il centro cittadino ed il contado circostante, procurando migliaia di vittime ed inaugurando un lungo periodo di sofferenza.

Siamo qui, in questa capitale europea della cultura e dell’economia, con la certezza di trovare quel luogo di fraternità che l'arte ha il privilegio di costituire ogni volta lasciamo prevalere in noi la ricerca del bello. Una ricerca che non si ferma al mero appagamento estetico, ma che piuttosto, come nel caso dell'arte sacra, affonda le sue radici in quel complesso di valori, sentimenti ed emozioni che riconducono all'unico Creatore, a quel Dio che si è fatto uomo come noi, quel Dio che si è rivestito della nostra carne e della nostra debolezza per trasfigurarli nello splendore indicibile della sua stessa gloria.

Siamo qui, inoltre, per dire grazie a questa meravigliosa città, al suo popolo, alla sua Chiesa e alle sue autorità. 

Grazie per la straordinaria testimonianza di amicizia, affetto e concreto sostegno dimostratici in un momento di particolare difficoltà, quale quello dell'emergenza nell'immediato dopo sisma.

A ognuno di voi, carissimi amici, uomini e donne di questa città di Milano, affidiamo da oggi e per i prossimi giorni i gioielli della nostra tradizione artistica locale, dopo aver selezionato alcuni tra i più prestigiosi e rappresentativi pezzi delle collezioni diocesane: dalla Croce argentea del Capitolo della Cattedrale di San Massimo, opera di Nicola da Guardiagrele (del 1434), alla maestosa tavola raffigurante la Madonna del Latte, emblema del medioevo aquilano (della seconda metà del XIII secolo), al gruppo scultoreo della Pietà (della fine del '500), estratto dalle macerie della Chiesa di San Marco nel nostro centro storico dell'Aquila, come testimoniano i segni ancora evidenti. 

E ancora le grandi tele di Giulio Cesare Bedeschini e Baccio Ciarpi, la prima raffigurante il Ritrovamento della vera Croce, la seconda il Battesimo di Costantino, entrambe seicentesche e  provenienti da due chiese aquilane devastate dal sisma, come seicentesca è la tela della Madonna della Purità ospitata fino al 6 aprile 2009 sull'altare della Cappella dell'Arcivescovado e recentemente restaurata. Questa Madonna della Purità (a me davvero tanto cara fin dagli inizi del mio episcopato aquilano) è stata scelta, tra l’altro, come immagine simbolo di questo percorso espositivo. 

A queste opere d’arte si aggiungono altre sculture, oreficerie e tele che completano l'arco temporale fino ad arrivare al verista Teofilo Patini.

Lascio agli esperti ed illustri ospiti il compito di presentare nel dettaglio i caratteri stilistici delle opere esposte, tornando ad esprimere viva riconoscenza alla dott.ssa Lucia Arbace, Soprintendente per i Beni Storici e Artistici dell'Abruzzo, curatrice dell'evento e sostenitrice insieme al Direttore Regionale, il dott. Fabrizio Magani, di questa splendida occasione d'incontro con l'arte aquilana sul territorio milanese.

L’indimenticabile Papa (ormai Beato) Giovanni Paolo II, nella Lettera agli Artisti ha scritto: “Per trasmettere il messaggio affidatole da Cristo, la Chiesa ha bisogno dell’arte. Essa deve infatti rendere percettibile e, anzi, per quanto possibile, affascinante il mondo dello spirito, dell’invisibile, di Dio” (n. 12). 

E l’altro indimenticabile Pontefice Benedetto XVI, che ha sempre sostenuto che “anche l’immagine è predicazione evangelica”, quando era ancora il Cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nell’introduzione al Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica scrisse: “Gli artisti di ogni tempo hanno offerto alla contemplazione e allo stupore dei fedeli i fatti salienti del mistero della salvezza, presentandoli nello splendore  del colore e nella perfezione della bellezza”.  

In effetti l’Arte Sacra ha il potere di trasformarci, di riportarci all’origine della nostra storia, di ricondurci sui sentieri di quella  devozione autentica che ci fa sentire intimamente legati al mistero di Dio.

Nel nome dell'arte ci siamo ritrovati qui, nell’accogliente e moderna città di Milano. Nel nome dell'arte, lo desideriamo vivamente, avremo ancora occasione di mantenere viva la speranza che a L'Aquila, e non solo a L'Aquila, si inauguri una nuova primavera dello spirito, quello stesso spirito che attraverso i secoli ha animato pittori, scultori, orafi ed artigiani a produrre con sempre maggiore entusiasmo lo straordinario patrimonio artistico che a noi è dato di tutelare, conservare e far conoscere.

Sempre nella già citata Lettera agli Artisti Giovanni Paolo II ha scritto (citando Dostoevskij) che “Forse la bellezza salverà il mondo”. Noi ne siamo certi. Perché nel nostro Dio si incontrano nel mistero di un amore eterno e sempre giovane l’infinita verità, l’infinità bontà e l’infinita bellezza.

E chi trova, anche grazie all’arte, questa bellezza, inevitabilmente trova Dio.

Al Dio di Gesù Cristo, il Dio della Bellezza, chiediamo allora di custodire intatta, in ognuno di noi, la gioia di questo momento e la consapevolezza che solo attraverso la fede dei nostri Padri e dei nostri Artisti, torneremo a ri-costruire ciò che il sisma ha ferito, ma non ha potuto uccidere.

Grazie!

 

Giuseppe Molinari
Arcivescovo Metropolita de L’Aquila


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore