L'Aquila, città terremotata

Un nuovo inizio in purgatorio

06 Gennaio 2010   09:46  

Der Spiegel, 15.12.2009

Annette Langer riporta da L'Aquila

L'ARTICOLO ORIGINALE

(traduzione Sara Morante)

Otto mesi dopo il terremoto città e paesi in Abruzzo sono ancora solo polvere e macerie. Nonostante il trauma la maggioranza degli abitanti non vuole abbandonare i propri luoghi. Lottano per un nuovo inizio, afflitti da mafia e funzionari corrotti.

Susanna ha 15 anni quando la terra trema ad Onna. La mattina presto del 9 aprile (nota del traduttore: 6 aprile) il suolo rimbomba sotto di lei, poi il soffitto della stanza si squarcia. I genitori, strappati violentemente dal sonno, chiamano la figlia ma non arriva risposta.

Susanna è morta. Giace sotto le rovine dalle quali verrà tirata fuori piú tardi, raggomitolata come una bimba.

La sorella maggiore di Susanna, Benedetta, ha 26 anni. Anche lei vive in quel paese di 350 anime alle porte di L'Aquila. Come la maggioranza delle persone quella sera è andata a letto senza preoccuparsi, nonostante la terra avesse tremato diverse volte. D'altra parte le autorità non avevano lanciato nessun allarme. Poi viene sorpresa dal terremoto di intensità 5,8 della scala Richter che trasforma l'intera Onna in un deserto di macerie. Benedetta muore, come Susanna, come altri 39 abitanti del paese.

Della famiglia di Susanna e Benedetta rimangono i fratelli Edmondo e Carolina e i loro genitori, Tiziana Colaianni e Pasquale Pezzopane. La coppia oggi vive in una delle case di legno, lustre come specchi, battezzate con lo champagne da Silvio Berlusconi, non lontano dalle rovine della propria casa.

E' sabato pomeriggio, il sole brucia nonostante le temperature fredde. Nella nuova zona abitativa regna un silenzio irreale. Tiziana è una donna calma e intelligente con gli occhi stanchi di pianto. Ancora oggi s'infuria quando pensa alla notte del terremoto. " Siamo corsi fuori a cercare aiuto" racconta. Ma quando finalmente sono arrivati i soccorritori " ..ci hanno allontanato con la forza dalla nostra casa." dice la cinquantaduenne e aggiunge: " Nessuno può impedire che io rischi la vita quando si tratta dei miei figli".

La protezione civile non li ha coinvolti nelle operazioni di salvataggio, si lamenta,  ".. ci siamo vergognati di non avere nulla da fare.". Dopo il terremoto avrebbero avuto bisogno della sensazione di poter fare qualcosa, di essere vivi e attivi. "Invece ci hanno reso impotenti".

Nella tendopoli che ha fornito una dimora temporanea alle vittime della catastrofe,  gli abitanti di Onna hanno costituito una comunità di sostegno. Hanno lottato e si sono sostenuti nel dolore. Ora ognuno è di nuovo rimesso a se stesso. Il padre, Pasquale,  è un uomo pieno di energia con un indescrivibile coraggio per ricominciare. È grato di avere un tetto sopra la testa ma dice: " Questa non è casa nostra. Qui siamo solo ospiti".

Tiziana ha paura che le case distrutte accanto al loro alloggio non vengano mai ricostruite. Che il suo luogo di appartenenza scompaia per sempre, che la comunità si disintegri e che debba andara via da qui. "Mi sento sola ed estranea " dice e guarda persa le foto delle due figlie. Con il rientro nella nuova casa è arrivato il tempo della riflessione, delle domande, del grande dolore. "Piango molto. Prima neanche non ci riuscivo".

La perdita totale del patrimonio


In Italia spesso la casa di famiglia costituisce l'unico patrimonio. La sua perdita sottrae a molti il fondamento dell'esistenza.

Pasquale aveva sperato nel lavoro del nuovo comitato del paese che avrebbe dovuto partecipare alla ricostruzione.

Ora è deluso e critica: " Accettano tutto, semplicemente cosí, non c'è nessuna iniziativa propria".  Certo tutti sono felici delle donazioni e dei progetti di aiuto ma manca la codeterminazione. Cosí il comico satirico Beppe Grillo ha raccolto 55.000 euro per un palazzetto dello sport ma non viene chiesto a nessuno se ce n'è bisogno."Arrivano dal nulla con un pacchetto già pronto che puoi solo accettare" si arrabbia Pasquale.

Gli abruzzesi sono conosciuti per essere particolarmente legati alla loro terra. Molti sono tornati immediatamente dopo la catastrofe nelle loro case nonostante il pericolo di crolli, finché non sono arrivati i vigili del fuoco e lo hanno proibito. Nessuno vuole lasciare la regione montuosa che da secoli è afflitta dal terremoto, neanche gli abitanti di Onna. Vivono da secoli sul confine tra due placche tettoniche.

Chi va via da questa zona lo fa per mancanza di prospettive. L'intera regione abruzzese soffre dell' emigrazione dei giovani che non trovano lavoro in una zona non pienamente sviluppata. Già prima del terremoto interi paesi erano come estinti per via della fuga del territorio e il terremoto ha solo peggiorato la situazione della gioventù.


"Vivo in purgatorio"


Non c'è una grande personalità di questa terra che non abbia calpestato faticosamente la bianca e sottile polvere di Onna. Papa Benedetto XVI ha donato personalmente consolazione a Pasquale, la cancelliera Angela Merkel ha promesso un aiuto per la ricostruzione, Berlusconi si delizia degli illustri partecipanti durante il vertice del G8. " Il Presidente del Consiglio non mi piace come persona" dice Tiziana" ma perlomeno Berlusconi interviene energicamente" . In tempi come questi c'è bisogno di persone che abbiano la forza di imporsi, o che almeno diano questa impressione.

Con efficacia mediatica Berlusconi ha stretto mani, dato pacche sulle spalle e sparso lacrime durante la catastrofe. Ha provocato reazioni quando ha chiamato la permanenza dei senzatetto nelle tendopoli una "vacanza in campeggio" ed in seguito ha rifiutato ogni aiuto internazionale.

Adesso dovrebbe essere contento come una pasqua per i 493,7 milioni di euro approvati dal Fondo di solidarietà dell'Unione Europea. Il costo totale della ricostruzione di L'Aquila viene stimato in almeno 10 miliardi. L'aiuto promesso dagli amici del G8 è rimasto in gran parte inatteso. Solo la Germania, la Russia, il Kazakhstan e la Francia hanno mantenuto la loro promessa ed hanno donato milioni.

Nei primi tempi Tiziana Colaianni ha aiutato i vigili del fuoco " senza pausa, si è quasi ammazzata di lavoro" dice il marito.  Ora è impegnata con l'organizzazione per la tutela dell'ambiente "Lega Ambiente"  per salvare i tesori culturali di L'Aquila.

La coppia affronta il colpo del destino in maniera molto diversa. Ciò provoca tensioni ed ha cambiato il loro rapporto. Mentre Pasquale cerca attivamente aiuto e guarda avanti, Tiziana vive il suo dolore in sé stessa, quasi tutto da sola. "Non sono né all'inferno né in paradiso" dice, e trattiene il respiro. " Vivo in purgatorio".


Soccorritori d'onore dalla Sicilia: come la Mafia approfitta dal disastro

Ogni catastrofe produce anche guadagni. Immediatamente dopo il terremoto i prezzi dei beni alimentari in Abruzzo sono schizzati alle stelle. Un chilo di carne in quel periodo costava fino a 80 euro.

Oggi gli affitti sono triplicati. Chi non può vivere in albergo, presso i parenti o in una delle rare nuove abitazioni deve sborsare fino a 1500 euro per un appartamento bicamere. Da gennaio dovrebbe essere pronte altre 2700 abitazioni, non sufficienti per le circa 19000 persone che attendono ancora una nuova dimora.

La corruzione è un problema immenso. Già alla fine di novembre sono stati arrestati due funzionari pubblici  che avrebbero assegnato un appalto per somma di 15 millioni di euro a conoscenti. Si impiccia e si imbroglia, secondo le voci i pochi appartamenti per le vittime del terremoto sarebbero procurati di favore ad amici e parenti. Le autorità rilasciano ancora autorizzazioni a costruire chiaramente in contrasto con le norme e i fondi  Fördergelder  dell'Unione Europea scompaiono in canali oscuri.

"Non è la natura a uccidere, sono gli uomini"

La situazione ricorda ad alcuni il periodo prima della catastrofe. Lo stesso capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, promosso dal premier Berlusconi a potente risolutore della crisi, ha dovuto ammettere che a L'Aquila ci sarebbero state meno vittime se fosse stato costruito a prova di terremoto e secondo le norme. "Non è la natura a uccidere, gli uomini sono la causa delle vittime" ha detto Bertolaso in Parlamento.

Sul sito in memoria di Benedetta Pezzopane il blogger "Winterpuppet"  lo formula in maniera meno formale: " Se costruisci gli edifici di pongo e merda è ovvio che vengono giù, chiamarla disgrazia è la cosa piú ingiusta che si possa fare nei confronti delle vittime. La gente è morta perchè si tollera una classe politica corrotta, mafiosa e conniventi".

Guido Bertolaso ha reso noto a novembre il suo ritiro per cause finora sconosciute. Da gennaio la gestione della crisi passerà alla Regione ed ai comuni. Questi dovranno allora fronteggiare il fatto che la mafia vuole ampliare la sua sfera di influenza e approfittare sostanziosamente della ricostruzione.

Silvio Berlusconi, attualmente accusato da un mafioso pentito di aver avuto contatti con i boss mafiosi negli anni Novanta, ha dichiarato solennemente il 17 aprile che L'Aquila sarebbe stata ricostruita in sei mesi  e che la mafia sarebbe stata tenuta lontana. Le macerie sono ancora accatastate nel centro storico ed il crimine organizzato è naturalmente arrivato.


I Signori della Sicilia hanno il piede nella porta


Cosí la società IGC di Gela, della Sicilia meridionale, sarebbe coinvolta nella costruzione di una nuova zona abitativa a Bazzano. Nella piccola località alle porte di L'Aquila è sorta una cosiddetta "new town" , una di quei nuove zone abitative costruite secondo i piú recenti criteri ecologici ed antisismici. L'insediamento offre un alloggio confortevole a 1600 senzatetto. A Roma la Direzione investigativa antimafia, DIA, ritiene che sussistano legami tra la siciliana IGC e "persone dell'ambiente della famiglia mafiosa dei fratelli Rinzivillo" .

La società d'onore per ora si comporta in maniera discreta: non prende parte direttamente agli appalti, ma colloca le proprie persone come subappaltatori. Responsabile per la costruzione delle casette a Bazzano è la "Edimal", che ha ricevuto l'incarico per un volume di 54 milioni di euro. Un rappresentante dell'impresa a L'Aquila spiega che l'impresa di Gela ha avuto l'assegnazione dell'incarico perché "fornisce le migliori garanzie in tema qualità, prezzo e realizzazione del piano".

Secondo gli esperti i profitti derivanti dai progetti sono ancora limitati. Ma anche il Ministro dell' Interno Maroni e il Prefetto Franco Gabrielli sono consapevoli che gli uomini d'onore della Sicilia hanno già un piede nella porta là dove possibile. Hanno annunciato un incremento dell'impegno nella lotta contro la mafia.

Anche la mortale negligenza nel costruire deve essere punita. Nel caso del crollo della Casa dello Studente a L'Aquila, in cui sono morte otto persone, si indaga per omicidio colposo su una dozzina di sospetti, ha detto il procuratore generale Alfredo Rossini: ingegneri edili, tecnici ma anche funzionari della pubblica amministrazione.

"Dammi le tue macerie, me ne occupo io"


La regione è stata ritenuta per molto tempo una zona libera dalla mafia. Nel frattempo la camorra napoletana e la Sacra corona pugliese sono ancorate saldamente nella società. Mafiosi rinomati coordinano da qui il commercio di rifiuti o di droga, si nascondono e occultano le loro ricchezze sulle montagne.

Diversi sindaci di piccole località nella regione hanno riferito al quotidiano locale  "Il Centro" unanimamente di singolari visitatori che hanno ricevuto negli ultimi tempi :"Arrivano persone che offrono le cose piú strane" ha detto uno di loro. Le persone verrebbero dalla Lombardia, dal Veneto o dalla Calabria e fanno proposte come: "Dammi le tue macerie, me ne occupo io." . Dice l'uomo che, essendogli chiaro che si tratta di rappresentanti della famigerata mafia dei rifiuti, li invita a lasciare il suo ufficio. Ma ci saranno sempre dei sindaci di paese felici di potersi liberare delle macerie che sono pesanti da trasportare e in parte contaminate dall' amianto. Dimenticano in questo modo di diventare anch'essi parte dell'universo mafioso.

Spiegel Online Video: Una città ridotta in rovine

IL VIDEO ORIGINALE

" .... un terremoto di intensità 5,8 ha scosso il centro Italia. Nel centro storico di L'Aquila sono crollati diversi edifici..."

"...dopo il grave terremoto nel centro Italia il numero delle vittime è salito a 200 vittime.... i soccorritori  continuano a cercare sopravvissuti a L'Aquila e località limitrofe..."

TITOLO: Una città ridotta in rovine

Sottotitolo della prima immagine: L'Aquila, 8 mesi dopo il terremoto

Nella zona rossa, area del centro di L'Aquila chiusa e sotto vigilanza dei militari, c'è un silenzio di tomba. Solo isolatamente si sentono martellate e lo scivolare dei detriti.

"Queste mura gridano: - Stiamo male, abbiamo bisogno di un medico" dice Giuseppe Tosti, direttore di un centro di studi per la ricostruzione di Perugia. E veramente L'Aquila oggi sembra un immenso lazaretto, con innumerevoli pazienti avvolti nelle bende e con le stecche che attendono disperatamente di essere operati. Adesso con l'inverno il gelo penetrerà nelle ferite aperte. Lì dove una volta si bevevano espressi, si facevano le compere e si ammiravano splendidi edifici barocchi lo sfondo di guerra ora racconta innanzitutto dei morti.

"Qui è morto mio zio Lucio" racconta l'architetto Antonio Romani, che è coinvolto in diversi progetti nel centro storico. Al momento il procuratore generale emette avvisi di garanzia per dozzine di ingegneri, tecnici, ma anche funzionari amministrativi per omicidio colposo dovuto a carenze nella costruzione o per corruzione. Sono co-responsabili del disastro anche architetti incapaci?  "La maggioranza dei crolli sono stati edifici degli anni '60. Durante il boom economico dell'epoca si è costruito in maniera particolarmente veloce e con materiali scadenti".

I capi di stato del vertice del G8 a L'Aquila avevano solennemente promesso aiuti per la ricostruzione. Il ministro della cultura aveva promesso 300 milioni di euro, ma ne è arrivata solo una piccolissima parte.

La Francia ha donato 3,2 milioni di euro per il restauro della chiesa di Santa Maria del Suffragio, la Germania 3 milioni per la ricostruzione della chiesa di Onna. Solo la Russia ed il Kazakhstan hanno contribuito con donazioni. Gli aquilani aspettano ancora oggi gli aiuti promessi dagli Stati Uniti, Cina, Canada, Giappone, Spagna, Australia e Gran Bretagna.

Ma anche se arrivassero, i problemi non sarebbero ancora risolti.La protezione civile quantifica i costi per la ricostruzione in almeno 3 miliardi di euro e prevede 10 anni per la ricostruzione. Ma finora non si può assolutamente parlare di ricostruzione. Non solo le macerie  si accumulano per strada, ma anche negli edifici arrivano talvolta fino al soffitto. Soprattutto manca il coordinamento delle misure per la ricostruzione, dice Paola (Adizzola ?), presidente di Musa, un'associazione per la protezione del patrimonio architettonico.

La città non è composta solo da chiese famose e piazze ma anche da abitazioni e cortili che costituiscono l'identità della città. I cittadini dovrebbero riprendersi la zona occupata dai militari, reclamare il diritto alla codeterminazione e chiarire che non si tratta solo di un mucchio di pietre, ma del loro spazio vitale.

 

Un doveroso ringraziamento a Sara Morante per la segnalazione e la traduzione del prezioso articolo e del video.


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