L'Aquila, fiaccolata della memoria. Don Ciotti: la mafia qui già c'è

Lunedì un dossier sulle presenze della criminalità

07 Dicembre 2010   16:14  

(ANCHE IN HD) - I nomi dei 308 morti riecheggiano in un tendone riscaldato solo dagli animi di chi non vuole dimenticare quelle che "prima che del terremoto sono vittime dell'illegalità". Così come dice Antonietta Centofanti, zia di Davide, uno degli otto giovani che hanno perso la vita sotto le macerie della Casa dello studente.
In pochi a dir la verità, forse un centinaio al massimo, ieri, come il sei di ogni mese da ormai venti mesi, con una torcia in mano hanno voluto ripercorrere la strada del dolore, via XX Settembre, per commemorare tutte le vittime del sisma.
A L'Aquila per la fiaccolata anche don Luigi Ciotti, dell'associazione Libera, che prima ha partecipato a due incontri, uno con gli studenti all'Istituto tecnico industriale, l'altro con la cittadinanza, a Tempera, centro dell'aquilano distrutto dal terremoto: unico filo conduttore il tema della legalità e dell'antimafia.
Il silenzioso corteo, partito dalla Villa comunale, ha raggiunto lo studentato dal quale, dopo una lunga e commossa pausa, è ripartito alla volta di piazza Duomo.
Ai microfoni di Abruzzo24ore don Ciotti parla della mafia come realtà già presente in Abruzzo, poi la testimonianza di alcuni partecipanti alla fiaccolata, parenti delle vittime e non, e di Antonietta Centofanti.

LA VERSIONE INTEGRALE IN HD:

 

servizio Marco Signori
riprese Allessandro Di Giacomantonio 

 

Le anticipazioni di Repubblica sul dossier di Libera nell'articolo di Attilio Bolzoni.


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