L'Aquila rugby tra difficoltà e speranze

Con il Tommaso Fattori fuori uso e disponibile solo per le partite di campionato e lo stadio di Acquasanta ancora da ristrutturare, L'Aquila Rugby è alla ricerca di un campo di allenamento.

Si sta tentando di intraprendere la strada che porta al campo di Paganica, ma sembra ci siano delle difficoltà legate al fatto che la società paganichese voglia destinarlo alle sole sue squadre. Un'altra possibilità potrebbe essere l'utilizzo del "Mancini", altrimenti noto come "Federale". In questo modo si intreccierebbero le strade del rugby e del calcio, dato che quello stadio è ora riservato per le partite di calcio dilettantistico. Il club neroverde ha quindi inviato una lettera al presidente regionale della lega nazionale dilettanti Daniele Ortolano per richiederne l'utilizzo.

"In realtà cominceremo gli allenamenti nelle strutture di Centi Colella con tutte le difficoltà del caso" è quanto ci ha detto Marco Molina, direttore marketing della Ferla L'Aquila Rugby. Le difficoltà legate a Centi Colella riguardano l'inevitabile condivisione del campo con tutte le giovanili impegnate nei rispettivi campionati. Il campo verebbe calpestato da un numero incredibile di piedi, finendo inevitabilmente per rovinarsi velocemente.

Spostiamo l'attenzione sula futuro della squadra. "Per quanto riguarda la campagna acquisti e cessioni è ancora tutto in ballo ed è troppo presto per poterne parlare concretamente. Possiamo solo confermare l'arrivo della seconda linea sudafricana Jaco Du Toit". Vecchi ricordi per gli aquilani che già avevano visto giocare il sudafricano a L'Aquila nella stagione 2006-2007.

In Conclusione chiedo quali potrebbero essere gli obiettivi per la prossima stagione neroverde. "Il prossimo è una campionato anomalo ed è difficile fare previsioni sicure. L'unica cosa certa è che noi punteremo ad arrivare il più in alto possibile con giocatori aquilani".

Un'Aquila Rugby più aquilana che mai si prepara alla prossima stagione con qualche difficoltà ma con la tipica voglia aquilana di puntare, con rabbia, più in alto che si può.

Matteo De Santis