L'Aquila, un disabile indignato racconta: "Gli alpini mi hanno impedito di entrare in centro"

Costretto su una carrozzella, umiliato dalla "forza pubblica"

23 Marzo 2011   08:00  

"Come si può negare l'accesso di disabili al centro storico proprio da parte degli alpini?". E' la domanda che si pone un disabile dell'Aquila al quale il 17 marzo scorso è stato impedito di partecipare alle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, che si sono svolte nel centro del capoluogo.

Come è noto a chi frequenta la città, ancora oggi, a due anni dal sisma, il centro storico è presidiato dall'esercito e dagli alpini. Fermato ad uno dei check point che si trovano ai margini della "zona rossa", all'uomo, costretto su una sedia a rotelle, non è stato consentito di proseguire con la propria auto per avvicinarsi al luogo della manifestazione.

"Non è stata ancora una volta applicata la legge sulla circolazione dei disabili, nonostante fosse ben visibile sul cruscotto del mio mezzo il contrassegno valido su tutto il territorio nazionale" racconta amareggiato.

"Mi è sembrato di essere tornato indietro nel tempo di una cultura retrograda, trovandomi a forzare un blocco militare di tre alpini cafoni. Il loro atteggiamento da piccoli potenti mi ha costretto a rivolgermi alla polizia, che si è opposta in un primo momento, per poter passare ed essere presente ormai alla fine della festa".

La nostra bandiera 'disgraziata' non si erge più a sventolare ai quattro venti tutto il nostro rancore per una società inesistente".

E aggiunge: "Le istituzioni locali non sono e non saranno più adatte a far valere i nostri diritti negati già dalle alte sfere, figuriamoci se le divise conoscono la legge che ci tutela, così invece di alleggerire i nostri problemi, finiscono di aumentarli negandoci anche la possibilità di muoverci, soprattutto senza poter usare le proprie gambe!
E menomale che dovrebbero aiutarci! Figuriamoci se ci avessero arrestato. Le manette dove l'avrebbero messe?".


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