"L'Italia è un Potenziale Obiettivo dell'Isis", Parola dei Servizi Segreti

28 Febbraio 2015   05:00  

ROMA - L'Italia è un potenziale obiettivo per attacchi terroristici da parte dell'Isis o da suoi affiliati, a scriverlo è la massima autorità nei servizi segreti italiani in un rapporto del Dis al Parlamento ribadendo che allo stato non sono emerse «attività o pianificazioni» di attacchi nel nostro paese.

L'Italia, scrivono sempre gli 007, è potenzialmente a rischio per più fattori, il primo la vicinanza geografica ai territori controllati dallo Stato Islamico, poi anche per la valenza simbolica essendo la culla della cristianità ed, infine, anche a causa del costante e mal controllato flusso d'immigrazine clandestina.

TERRORISTE DONNE PRONTE

Basta pensare ai terroristi con barba lunga e abiti orientali, ma soprattutto basta pensare che possano essere solo uomini.

Tra le truppe del Califfato pronte ad attacchi anche suicidi ci sarebbe un numero cospicuo di donne, mogli e familiari o amiche di combattenti.

Non sono più dunque soltanto i foreign fighters o i lupi solitari a preoccupare l'intelligence, ma una serie di «categorie» di soggetti, «attori esterni o interni ai Paesi-bersaglio».

L'elenco stilato dai nostri 007 comprende «emissari addestrati e inviati dall'Is o da altri gruppi, compresi quelli che fanno tuttora riferimento ad Al Qaeda; cellule dormienti; foreign fighters di rientro o 'pendolari' dal fronte (commuters); familiari o amici di combattenti (donne incluse) attratti dall' 'eroismo' dei propri cari, specie se martiri; lupi solitari e microgruppi che decidano di attivarsi autonomamente (self starters)».

LA LIBIA E' IL MIGLIOR PORTO PER "L'INVASIONE"

Grande preoccupazione desta l'equilibrio precario libico, «Lo scenario libico può trasformarsi in una minaccia diretta per l'Italia. Il controllo del territorio ha un ruolo importante, al fine di monitorare ed attenuare i rischi per la nostra presenza ed anche di valutare i margini per contribuire ad innescarvi le auspicate dinamiche virtuose».

Per l'Italia, proseguono i servizi, la Libia è un «teatro di assoluta importanza» e c'è l'impegno «a sostegno ed in armonia con l'azione delle Nazioni Unite, a scongiurarne la frammentazione ed a sostenere un processo politico di transizione inclusivo nel quale possano pacificamente e democraticamente riconoscersi tutte le componenti di quel popolo».

Per quanto riguarda l'Italia, dicono i servizi, «la specifica minaccia deve essere valutata non solo per gli sporadici casi nazionali ma anche e soprattutto tenendo presente l'eventualità di un ripiegamento sul nostro territorio di estremisti partiti per la Siria da altri Paesi europei, anche in ragione delle relazioni sviluppate sul campo tra militanti di varia nazionalità».


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