L'Italia stringe la cinghia. La casta senza vergogna s'ingozza sul Titanic

Indignati d'Abruzzo: il vitalizio ai politici va abolito

15 Luglio 2011   14:36  

Segnaliamo due articoli, uno de Il Fatto,  uno dei Il Giornale, per rendere, chissà, ancora più amara a milioni di famiglie una manovra finanziaria che gli costerà mille euro all'anno.

da Il Fatto Quotidiano
L'Italia stringe la cinghia La casta non molla un euro
di Edoardo Blasi

La Grecia ha ridotto Comuni e Province, da noi si eliminano i soldi ai partiti se la legislatura finisce prima
Su una manovra finanziaria complessiva che il relatore al Senato Gilberto Pichetto Fratin valuta (esagerando) avere un impatto vicino ai 70 miliardi di euro, quanto contribuirà la politica? Dai primi calcoli fatti dopo il passaggio a Palazzo Madama, si deduce che si tratti di una somma assai trascurabile.

L'unica norma inserita nel pacchetto – qualcuno maligna per far sì che i gruppi politici non facciano cadere il governo – è la soppressione del contributo ai partiti in caso di interruzione anticipata della legislatura. A questa norma, già prevista nella prima bozza della manovra, l'aula del Senato ha aggiunto una ulteriore soppressione. Quella relativa al "versamento della quota annua di rimborso, spettante (...) anche nel caso in cui sia trascorsa una frazione di anno". Che vuol dire? Che non solo cade la norma odiosa per cui i partiti prendono rimborsi per i cinque anni della legislatura anche se questa si interrompe a metà, ma che i contributi pubblici, se la legislatura si interrompe dopo due anni e tre mesi, non copriranno per intero l'anno in corso.

In termini economici cosa vuol dire? I calcoli sono semplici: se la legislatura continua sino alla naturale scadenza il risparmio è zero. Se si interrompesse adesso, i partiti oggi in Parlamento non prenderebbero il rimborso degli anni 2012 e 2013, ma dei 500 milioni complessivi, otterrebbero solo le tre tranches (300 milioni totali) che hanno già incassato. Questo, ovviamente, non vuol dire che quei soldi non verranno spesi (le nuove elezioni porteranno nuovi rimborsi di simile entità), ma che, salvo modifiche da parte di Montecitorio, la norma che fino a quest'anno ha fatto si che Ds, Dl, Forza Italia e An incassassero i rimborsi relativi alle consultazioni politiche del 2006, non sarà più valida.

È questa, in realtà, l'unica legge che, messa a sistema, consente di operare dei tagli strutturali di una qualche rilevanza, evitando il "cumulo" di soldi ottenuti dagli stessi partiti per partecipare alle elezioni. L'altra norma individuata per gli stessi soggetti pesa assai meno: dal 2013, infatti, i partiti dovranno rinunciare ad una somma di rimborso di 7,67 milioni complessivi ogni anno.

Per gli "stipendi" di deputati e senatori si dovrà attendere l'apposita commissione che dovrà comparare indennità, diaria e benefit di tutti i parlamenti d'Europa per mettere in linea Camera e Senato con il Bundestag o con l'Assemblea nazionale francese.

Se il calcolo fosse fatto sulla sola "indennità" – che in Italia tocca gli 11mila euro (record continentale) contro i 2.921 della Spagna e i 6.892 della Francia – il livellamento la porterebbe alla cifra di 5.300 euro. La commissione ancora da istituire, però, dovrà prendere la cifra nel suo complesso, aggregando anche i "servizi" che eventualmente siano utilizzati dagli altri parlamentari d'Europa. Insomma, il calcolo pare assai complicato.

Gli altri tagli, quelli alle auto blu e agli aerei blu (di cui tra l'altro, per motivi di sicurezza, non si conosce l'utilizzo dall'anno 2009), non peseranno pressochè per nulla, visto che il grosso della spesa è dato dalla presenza degli autisti ormai in servizio effettivo per conto dello Stato (due autisti per ogni vettura).

Non sono toccate le grosse voci della spesa pubblica: gli 8 miliardi e mezzo degli enti territoriali, i 3 miliardi degli organi Costituzionali (1,7 solo per i bilanci di Camera e Senato),e i 2,5 miliardi delle "consulenze esterne" nella pubblica amministrazione.

In Grecia, con la crisi economica, hanno tagliato le Province da 57 a 13, i Comuni da 1034 a 325 e propongono di ridurre i deputati da 300 a 200.

Noi, che stiamo un po' meglio della Grecia, conserviamo tutte le Province, le Regioni con o senza lo statuto speciale e contiamo 945 tra deputati e senatori contro i 661 parlamentari tedeschi. Toccateci tutto, ma non la casta.


da Il Giornale
Senza vergogna la casta si aumenta la paga

Altro che tagli, ci sono politici di destra e sinistra che vogliono più soldi. E poi chiedono sacrifici ai cittadini..

Il Senato approva la manovra. Tremonti: «Uniti o affondiamo» d i Mario Giiordano i fronte al momento difficile gli italiani si chiedono:

ce la faremo? E i consiglieri regionali aggiungono: (ce la faremo) ad avere un aumento? La differenza è tutta qui: da una parte si cercano di affrontare i sacrifici, dall'altra si cercano nuovi benefici.

Se la casta della politica mettesse tanto, impegno nell'amministrare quanto ne mette nel mantenere i privilegi, in effetti, saremmo il Paese meglio governato della Terra. Gli onorevolini della Puglia, per dire, proprio in questi giorni in cui tutta l'Italia sta ballando sul Titanic, per usare l'ultima metafora di Tremonti, hanno presentato, con encomiabile tenacia e sprezzo del ridicolo, una domanda per avere più soldi.

Si, avete capito bene: vogliono più soldi. Geniale, no? Del resto, si sa: nei momenti difficili ognuno deve fare la propria parte. E loro ci tengono molto a far laparte di quelli che incassano.

E una rigorosa divisione dei compiti: loro incassano, gli italiani s'incassano. Con la z, però. La manovra non cambia niente: ai contribuenti viene la faccia triste, alla casta la faccia di bronzo. Ci vuole un bel coraggio, in effetti, con l'iceberg che incombe a formulare ufficiale richiesta per aumentare i compensi dei consiglieri regionali.

Eppure trenta deputatelli pugliesi l'hanno fatto: hanno preso carta e penna e hanno chiesto di riavere una parte della loro indennità (il 110 per cento) che era stata decurtata nel 2006. La notizia, come voi capirete, è duplice.

Prima notizia: cinque anni fa qualcuno riuscì a decurtare l'indennità dei consiglieri regionali.

Seconda notizia: loro la rivogliono indietro proprio adesso. Tempismo perfetto, no? Come delicatezza, è come se uno arrivasse in pieno Sahara durante la siccità e pretendesse di usare le scorte d'acqua per lavare la Bmw. I bambini magari muoiono di sete, però vuoi mettere come brilla il blu di Prussia fume? «Vanno a fondo anche quelli in prima classe», ha detto Tremonti.

Ma loro sembrano non accorgersene.

Destra? Sinistra? Centro? Macché: la difesa del privilegio, anche in Puglia come dappertutto, è perfettamente bipartisan. Magari litigano fino a un minuto prima, poi corrono afirmareinsiemelarichiesta di soldi. Vedeste come vanno d'amore e d'accordo, quando p ensano al loro portafoglio... Taglialle indennità? Tagli ai vitalizi? Costi della politica nel mirino? Perdete ogni speranza, ovoichevotate. Nei prossimi mesi gli italiani dovranno tirare la cinghia. La casta, invece, ci tirerà il solito pacco.

Quali sono le vostre aspettative per i prossimi mesi? Ticket, accise sulla benzina, superbolli sui depositi Bot. Ecco, appunto: se vi può consolare i consiglieri regionali della Puglia si aspettano, invece, un incremento dell'indennità.

Ne hanno bisogno, in effetti: in media, poveretti, prendono appena 10.433 euro al mese. Praticamente uno stipendio da fame. E poi dopo 5 anni di «lavoro» (si fa per dire) hanno diritto per il resto dei loro giorni a un vitalizio che va dai 2844 agli oltre 10mila euro.

Per altro anche le pensioni dei consiglieri regionali sono state aumentate (1200euro al mese, trevolteunaminima)nel luglio dello scorso anno, proprio mentre si discuteva la passata manovra finanziaria del governo.

Deve essere una specie di reazione automatica pugliese, un riflesso incondizionato al sapor di orecchiette e rosso di Canosa: appena sentono parlare qualcuno di lacrime e sangue, loro pensano subito a come sostituire lacrime e sangue conlatte e miele. E un po' di monete.Èpiùfortediloro.

Gliitaliani soffrono? E loro offrono. Un aumento. A loro stessi, però.

Orecchiette, cime di rapa e teste di. Che cí volete fare? In questo Paese finisce sempre così: al massimo cascan olebraccia, non certo iprivilegi.

Abbiamo parlato per settimane di tagli ai costi della politica, ma poi l'unica cosa certa sono i tagli alle agevolazioni fiscali per le famiglie.

Abbiamo sperato di colpire i vitalizi dei parlamentari, e invece come al solito sono stati colpiti i vitalizi dei pensionati normali.

Avanti di questo passo, tra un po' chiederanno un contributo extra agli invalidi civili pur di consentire al consigliere molisano di conservare il suo stipendio superiore a quello del governatore di NewYork.

Vipare? Sembra che le consorterie siano intoccabili: non si toccano i consiglieri regionali, non si toccano i parlamentari, non si toccano i giudici costituzionali, per l'amor del cielo, non si toccano nemmeno le province, né i grand commis né i commessi del Palazzo con la loro bellalivrea che fatanto istituzione.

E non si toccano nemmeno gli avvocati né i notai, guai a liberalizzare, nonsitoccanoiprivilegi degli ordini, néla casta deltesserino o i bramini professionali. Così la morale della favola, alla fine, è sempre la stessa, persino sul Titanic che vacilla: la nave sí riempie d'acqua, la casta si riempie di soldi. L'unica speranza, a questo punto, è che quelli con il portafoglio pieno di privilegi, almeno, vadano a fondo prima.


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