L' economia abruzzese in picchiata. Non resta che ricostruire

Rapporto di Confindustia

02 Luglio 2009   12:15  

Gli economisti assicurano che il peggio sta passando, ma la crisi globale in Abruzzo si fa sentire ancora in modo drammatico. E toccato il fondo però non si può che risalire, anche se c'è sempre la possibilità di cominciare a scavare.
Sono i freddi numeri del rapporto di Confindustria aggiornato al primo trimestre 2009, presentato oggi nella sede provvisoria del centro commerciale L'Aquilone a dirlo: nel 2008 il PIL pro capite abruzzese è stato di 21.564 euro, contro una media nazionale di 26.278. Meno 7% percento rispetto al 2001, anno in cui il declino abruzzese, causato anche dall'uscita dall'Obiettivo uno, si è aggravato. E per il 2009 si prevede un ulteriore calo del 5-6%, e il segno meno rimarrà secondo le previsioni almeno fino al 2012.
Nel primo trimestre 2009 inoltre l'export è scese del -34%, e la disoccupazione è salita al +9,7%, l'aumento della cassa integrazione è stata del +237%, primato assoluto in negativo in Italia.
Nell'analisi dell'economista Pino Mauro, la crisi abruzzese ha le stesse cause della crisi globale, ma con alcune aggravanti, come le difficoltà dell'export dei settori dei mezzi di trasporto e del tessile, quest'ultimo messo in crisi dalla concorrenza della Cina.
'' A Teramo - lancia l'allarme Pino Mauro - si sta diffondendo il modello Prato, con l'invasione di piccole imprese provenienti dalla Cina, che aumentano di oltre il 30%''. Snocciolando i dati Pino Mauro, fa inoltre che l'export è un fattore trainante dell'economia abruzzese e da essa dipende il tasso di occupazione e di redistribuzione della ricchezza. Altro fattore che amplifica la crisi è la sfiducia generata dalla bassissima reputazione della classe politica.
''In Abruzzo prevale il capitalismo relazionale, rispetto al capitalismo di prossimità''. Il che tradotto ai profani significa che i politici favoriscono con logiche clientelari le aziende amiche che, questo lo aggiungiamo noi) gli pagano perlomeno le campagne elettorali, e non si fanno carico del sistema economico nel suo complesso.
C'è poi la crescente difficoltà di accesso al credito, devastante in un sistema banco-centrico.
Infine incide l'enorme debito pubblico della Regione che rende impossibili le urgenti politiche di sostegno all'economia, e ancora la pressione fiscale al disopra della media nazionale, che viene assorbita poi da una burocrazia in parte inutile. Si parla da anni di eliminazione degli enti inutili, ma questi, è stato affermato in conferenza stampa, continuano ad essere solo annunci.
L'assessore Alfredo Castiglione, ha comunque risposto che la Regione si appresta ad accelerare sulle riforme strutturale, in primis quella del settore sanitario che saranno impopolari, ma necessarie.
Il terremoto, lancia l'allarme la Confindustria, aggraverà la situazione. Esso  ha colpito duramente una provincia che era già prima del 6 aprile al 72 posto in Italia per Pil, e una città in profonda crisi industriale e di vocazione.

I danni del sisma all'economia regionale sono stimabili in 10 miliardi di euro, il doppio del PIL della provincia dell'Aquila, il 40% del PIL regionale.

Eppure una speranza c'è, sintetizzabile nella formula dal terremoto dell'economia all'economia del terremoto.
La  ricostruzione può generare un moltiplicatore economico di 100miliardi di euro, manna dal cielo per l'Abruzzo. ''Ma a lavorare - afferma il presidente di Confindustria Calogero Marrollo - anche grazie a punteggi aggiuntivi nelle gare di appalto, devono essere le aziende abruzzesi. Servono inoltre strumenti più efficaci della zona franca prevista dal decreto, al fine di consentire una reale ripresa di un economia in ginocchio.
Marrollo poi rivela: ''Le gare di appalto per il vertice del G8 sono state blindate,e poco è ricaduto sull'economia regionale''.

Fattori di forza dell'economia abruzzese sono stati negli anni d'oro  tra glia altri, ha affermato ancora Pino Mauro, il basso tasso di criiminalità.

Ergo se ne deduce che bisogna porre massima attenzione al concreto rischio di infiltrazioni mafiose nel gigantesco business della ricostruzione. Almeno per ragioni economiche, poiché ci si rende conto che quelle etiche il Italia sono oramai un vezzo di pochi. 

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SINTESI DATI ECONOMICI ABRUZZO

IL PIL ABRUZZESE

Nel 2008 il PIL Procapite dell’Abruzzo è stato di € 21.564 contro una media nazionale di € 26.278.

Graduatoria del PIL Procapite più basso a livello provinciale:

l’Aquila € 20.636

Teramo € 21.882

Pescara € 21.560

Chieti € 22.345

Con un indice Italia= 100 :

L’Aquila ha il Pil più basso 78,5 e Chieti il più alto 85,0.

A livello revisionale, per L’Abruzzo, gli ultimi dati indicano una diminuzione del Pil del -0,5% nel 2008, le prime valutazioni ufficiose dell’Istat indicano una diminuzione del -5/-6% nel 2009.

Il rallentamento sarà ancora più accentuato dopo il sisma del 6 aprile 2009.

LE ESPORTAZIONI

Nel 2008 sono cresciute del +4,9% rispetto al 2007, con una quota del 2,1% rispetto alle esportazioni nazionali.

Aumenti delle province abruzzesi:

Chieti +6,1%

L’aquila +4,2%

Teramo +0,2%

Pescara +4,7%

In Abruzzo, nel primo trimestre 2009, rispetto allo stesso periodo del 2008, sono scese del -34,5%.

Solo il comparto dei mezzi di trasporto è diminuito del -52,2%.

Le province:

Chieti -42,09%

L’aquila -12,32%

Teramo -24,69%

Pescara -7,56%

IL MERCATO DEL LAVORO E LA CASSA INTEGRAZIONE

L’Istat indica che nel 2008 il tasso di disoccupazione per L’Abruzzo è stato effettivamente del 6,6%.

A livello provinciale:

L’aquila 8,6%

Teramo 5,3%

Pescara 6,5%

Chieti 6,0%

Tasso di occupazione del 2008, tra i 15 e 16 anni, in Abruzzo è stato del 59,0%:

L’aquila 57,7%

Teramo 60,6%

Pescara 60,1%

Chieti 57,7% 

Tasso di attività del 2008, tra i 15 e 16 anni, in Abruzzo è stato del 63,1%:

L’aquila 63,2%

Teramo 64,0%

Pescara 64,2%

Chieti 61,5%

Nel primo trimestre 2009 per L’Abruzzo il tasso di disoccupazione è del 9,7%, il tasso di occupazione è del 56,0% e il tasso di attività al 62,2%.

Il monte ore della cassa integrazione guadagni in Abruzzo nel 2008 ha subito una diminuzione del 7,3% rispetto al 2007.

A livello provinciale:

Chieti +93%

L’aquila- 34%

Pescara +22%

Teramo -22%

La Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria 2008/2007 presenta un aumento annuale del + 85,3%.

Aumento della CIG nell’ultimo trimestre 2008, rispetto al penultimo:

Abruzzo: +78%

Province:

TE + 35,9%

PE +30,1%

CH +96,7%

AQ +114,6%

Comprensorio aquilano, +200,2%

Nel primo bimestre 2009 l’aumento della CIG, nel complesso, è stato del 237,2% per L’Abruzzo.

Quella ordinaria è aumentata del 1237%.

Nelle province:

TE + 254%

PE +11,8%

CH +579,5%

AQ +90%

Per il I quadrimestre 2009, su stesso quadrimestre 2008, va all’Abruzzo il primato assoluto negativo, in Italia, per ore complessive erogate (+404,91%).

Vi sarà ancora un aumento esponenziale dell’utilizzo della CIG in considerazione delle conseguenze del sisma aquilano dello scorso 6 Aprile.

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