L'ex onorevole Pina Fasciani svela su Facebook "fatti e misfatti" del Palazzo

"La casta costa, ma sapeste quanto costano i dirigenti..."

21 Luglio 2011   16:42  

In tempi di crisi e scelte drastiche da parte del governo a spese esclusivamente, manco a dirlo, dei meno abbienti, chi nel palazzo ci ha vissuto, seppur per una piccola parentesi della propria vita, racconta tutti quei "segreti" di una casta sempre più osteggiata.

Nata a Capistrello nel 1953, ma trapiantata a Pescara dove è stata dirigente Cgil, Pina Fasciani è stata eletta (nominata, visto che già c'erano le "liste bloccate") alla Camera nel 2006. A Montecitorio c'è rimasta per una sola legislatura.
Oggi si affida a Facebook per svelare quelli che chiama "fatti e misfatti" del palazzo e, soprattutto, retribuzioni e benefit di un "onorevole".

"Ho venti mesi di esperienza alle spalle, pochi per avere il famoso vitalizio - esordisce sulla sua pagina del popolarissimo social network - eh si! perchè per averlo bisogna fare cinque anni di legislatura..arrabbiata? no ho il mio lavoro (funzionaria pubblica) che bene o male mi darà la mia pensione.

Quando sono arrivata il primo giorno a Montecitorio ero molto emozionata - racconta - avevo anche paura di sedermi negli scranni su cui erano stati seduti persone grandi come Gramsci, Matteotti, Moro e tanti altri, e in ogni giorno di quella esperienza mi sono domandata se ne ero degna! Ho cercato di esserlo, di impegnarmi ogni giorno nelle Commissioni, di seguire con scrupolo i lavori dell'Aula (sono risultata tra i primi posti nella classifica del Sole 24 ore sulle presenze dei deputati), di studiare i meccanismi regolamentari della Camera, di apprendere l'iter della formazione delle leggi e poi di seguire il mio territorio di riferimento...riunioni, convegni e da lì la produzione di interrogazioni parlamentari, di interpellanze, di proposte di Legge, comunicati stampa".

Il primo aneddoto riguarda la celebre intervista de Le Iene. Era il giorno dell'insediamento del governo Prodi e all'uscita da Montecitorio la Fasciani viene intercettata e subissata di domande. L'unica che sarà messa in onda, di dieci domande, sarà "l'unica e sola risposta sbagliata! E schiaffata su tutti i giornali quale simbolo dei 'Deputati ignoranti'! Che dire ero entrata negli onori della cronaca delle campagne di fango sui Deputati a dispetto del mio impegno per onorare quel ruolo! in un attimo tutto è crollato! basta un articolo di giornale e il gioco è fatto! e ai voglia ad impegnarti! Ho misurato lì - confida - la 'potenza' della informazione, le possibilità di manipolazione"

Ma la delusione più grande arriva da una celebre trasmissione d'inchiesta della Rai. La redazione contatta la deputata chiedendole di poterla seguire per tre giorni per realizzare un servizio sulla vita di un parlamentare. Tre giorni di riprese, fra incontri, assemblee, appuntamenti. Ma in onda andranno solo le immagini della Fasciani, in casa sua, mentre prepara il caffè. Aveva invitato la troupe alla fine dei tre giorni di lavoro prima di salutarsi.

"Mi ritrovo come una poveretta che prepara il caffè che parla delle sue cose private dentro un contesto di trasmissione che tendeva a dimostrare come al Parlamento finiscano persone insignificanti che nulla hanno a che vedere con il territorio, sulla scia della campagna anti-casta della destra!".

Nella seconda parte della nota di Facebook si arriva al dunque: soldi, retribuzioni, benefit dei generi più vari.

Il giorno del primo stipendio viene raccontato come fosse, che so, l'ultimo giorno di scuola, il giorno della laurea, quello del matrimonio: un'emozione spropositata. "Santi numi, mi sono detta! E chi aveva mai visto quelle cifre??! Vi riporto pari pari tutto ciò che è previsto!".

Saltiamo tutto ciò che è arcinoto. Indennità di 5.486,58 euro, al netto delle ritenute previdenziali (€ 784,14) e assistenziali (€ 526,66) della quota contributiva per l'assegno vitalizio (€ 1.006,51) e della ritenuta fiscale (€ 3.899,75), a cui si somma la diaria di 4.003,11 euro mensili. 

Ebbene un deputato gode della gratuità "delle spese di trasporto e viaggio , usufruisce di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale, qualora si rechi all'estero per ragioni di studio o connesse all'attività parlamentare, può richiedere un rimborso per le spese sostenute entro un limite massimo annuo di 3.100,00 euro".

Gli onorevoli, poi, "dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche", percepiscono un "assegno di fine mandato che è pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi)".

"Insomma - conclude - reddito annuale intorno ai 151.000,00 euro!!!".

Caspita, che numeri! Direte voi. Eppure sono tante anche le spese, per un deputato.

L'onorevole Fasciani, da buona "compagna" figlia di operai, si fa i conti e scopre che alla fine, in tasca, non gli resta poi granchè.

Arriva lo stipendio, "partono i primi 3.500 euro da dare ai vari livelli del Partito (Nazionale, Regionale, Provinciale), partono 2000 euro di affitto e spese per la casa a Roma (monolocale normale se va bene con prezzi esorbitanti!), partono circa 1.500 euro per il collaboratore (eh si! Ero allora tra i 53 Deputati che avevano regolarizzato il proprio collaboratore, classifica pubblicata sempre dal Sole 24 ore!), partono  circa 500 euro mensili di benzina, partono circa 1.000 per ricariche telefoniche e giornali, partono 1.800 di spese personali (mutuo casa, figli, bollette, ecc. insomma le cose normali che sapete!), partono circa 500 euro mensili medi per sottoscrizioni, riviste, donazioni (insomma diciamo spese di rappresentanza!)…totale spese mensili 11.800,00 euro! Capperi mi sono detta! La funzione costa!!! Eccome se costa!".

Tanti soldi, sì, ma mai tanti quanti quelli dei dirigenti. Pubblici, ma soprattutto privati.

"In piena tempesta anticasta ho cominciato a sbirciare gli stipendi degli altri, non quelli degli operai (li conoscevo bene essendo figlia di una tuta blù!) ma dei Dirigenti di Stato o di alcune Regioni, dei Manager delle Autorithy, di alcune professioni, per non parlare dei Manager privati!!!".

E giù con gli esempi: "I notai in Italia sono circa 4.700, la media dei loro compensi annuali superano i 400.000 euro". "L'Amministratore delegato Telecom nel 1998 prendeva 2,7 miliardi di lire al mese!!! Figuriamoci oggi! Liquidazione? 12,5 miliardi per soli dieci mesi di lavoro!). Manager ferrovie di Stato: liquidato con 7 milioni di Euro".

E ancora: "Un Segretario Generale di una grande Regione 270.000 euro l’anno, un Capogabinetto di una grande Città 194.000 euro l’anno, un Direttore generale della Sanità 234.000 euro l’anno".

Conclusione?

"Questa campagna contro gli stipendi dei deputati non vuole nascondere per caso quella famosa questione mai affrontata seriamente e che è la Politica dei Redditi?".

(MS)


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