L'ex sindaco sfollato, con la villa al mare scrocca in albergo

Di storie relative al terremoto dell’Aquila ne raccogliamo a decine quotidianamente, le più interessanti cerchiamo di raccontarvele anche con una buona dose di coinvolgimento e immedesimazione. Ma ce ne sono alcune che non vorremmo mai raccontare. Di persone senza scrupoli che colgono anche in drammi come questi, l’occasione per approfittarne.

Quella che ci è stata raccontata, e che in quanto racconto prendiamo con la dovuta precauzione, ma che rigorosamente vogliamo riportare per non lasciare nell’ombra dei riflettori ignobili episodi che purtroppo sono numerosi, è la storia di un noto ex amministratore aquilano, importante professionista prima che politico. Proprietario di una villa in una rinomata località della costa teramana, annualmente frequentata insieme alla sua famiglia durante il periodo estivo, l’ex amministratore comunale dimora in questi giorni, da quando L’Aquila è stata colpita dal sisma, in un albergo dello stesso centro dove possiede l’abitazione, che in questi giorni resta disabitata.

L’episodio, se reale - lo diciamo per dovere di onestà intellettuale, oltre che di cronaca, e non per mancanza di fiducia nei confronti di chi è stato testimone dell’accaduto - sarebbe effettivamente riprovevole. Lo prendiamo ad esempio di un atteggiamento che purtroppo si sta diffondendo. Per toccare la coscienza dell'interessato e di chi si comporta come lui, diciamo anche che ci sono decine di persone, forse centinaia, anziane e non in perfetto stato di salute, costrette nelle tende.

D’altro canto, superficiali se non del tutto assenti sono state le verifiche da parte della Protezione civile sulle reali possibilità ed esigenze di ciascuno.

Si è fatto insomma, nel lodevole intento di offrire ricovero a tutti gli aquilani che, in quel caso si, hanno tutti avuto interdetta l’agibilità delle proprie abitazioni, l’errore di fare tutta l’erba un fascio.

Marco Signori

Nell'immagine Palazzo Margherita, sede del Comune, la mattina del 6 aprile