L'ottimismo di Gianni Chiodi lascia il passo alla realtà della crisi economica.

Uscire dall'Euro unica via possibile

08 Agosto 2011   17:54  

Torna a parlare su Facebook il Presidente Gianni Chiodi e se per l'Abruzzo il suo ottimismo è incontenibile, per le sorti italiane la delusione ed il pessimismo razionale hanno la meglio.

Ecco le sue parole:

Vorrei proprio essere smentito, ma temo che il tempo sia davvero scaduto. La manovra economica, il piano di crescita, i tagli dei costi della politica, le privatizzazioni rimangono obiettivi utili, ma mi domando se hanno ancora da soli la capacità di sottrarci dall'abisso. La spirale che tanto temevamo si è messa in moto. Il mercato ha perso fiducia nell'Italia e questa mancanza di fiducia si è trasformata in una prospettiva autorealizzantesi.

Se gli investitori non pensano che ce la faremo, rifiutano di investire sui titoli italiani, contribuendo a rendere le loro paure realtà. A metà luglio, con lo spread sui bund a 200 punti potevamo ancora sperare di invertire la rotta con le nostre forze. Oggi con lo spread a 400 è molto più complicato. A meno di interventi internazionali. Addirittura la Spagna viene ora considerata più sicura di noi. Siamo diventati l'anello debole della catena, quello su cui c'è il rischio si accaniscano tutti gli speculatori. Che fare? Non fare nulla è un'opzione suicida. Si arriverebbe presto a un default non pilotato dell'Italia, con conseguenze devastanti sul sistema bancario ed economico italiano ed europeo. Per evitare questa apocalisse, Zingales vede solo tre vie d'uscita.

Un intervento massiccio dell'Europa (leggi Germania) a sostegno del nostro debito e di quello spagnolo, oppure l'intervento della BCE, oppure l'uscita dall'Euro. I primi due mi sembrano difficilissimi e non saprei quanto desiderabili (cosa ci chiederebbero in cambio ?)

Zingales conclude così:

"E se la via d'uscita fosse la fine dell'euro. Come già scrissi sul Sole 24 Ore (9 maggio 2010), il modo più indolore per realizzarlo sarebbe quello di far uscire dall'euro la Germania ed i Paesi del Nord Europa, che formerebbero un nord-euro. Il nord-euro si apprezzerebbe immediatamente rispetto all'euro attuale, permettendo all'Italia di aumentare le sue esportazioni e di riprendere a crescere. L'Inghilterra oggi ha una situazione fiscale comparabile alla nostra, ma non soffre sui mercati perché può stampare la sua moneta. Nel momento in cui anche noi potessimo fare lo stesso la nostra situazione sarebbe immediatamente diversa. Avremmo il rischio d'inflazione, ma non quello più devastante del default.

L'euro è stato un bellissimo ideale, ma lo si cercò di realizzare prima che ci fossero le condizioni necessarie per sostenerlo. Bisognava fare prima gli europei e poi l'Europa e non viceversa. Perché Paesi diversi possano vivere con la stessa moneta è necessario che siano integrati non solo nel mercato dei prodotti (come lo è l'Unione europea), ma anche nel mercato del lavoro. Nel frattempo è meglio che seppelliamo la moneta unica prima che la moneta unica seppellisca per sempre l'idea di Europa."

Zingales (sole 24 ore)


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