La giunta Mascia è salva: Acerbo e Di Nisio non firmano le dimissioni

Tanto rumore per nulla: alla fine la ventunesima firma per far decadere il sindaco Luigi Albore Mascia e la sua giunta non è stata apposta, rimandando l'eventuale avvicendamento alle amministrative di maggio.

I due consiglieri di opposizione ancora indecisi, Maurizio Acerbo (Prc) e Fausto Di Nisio (indipendente), dopo aver pensato a tutte le possibili implicazioni e conseguenze hanno infine deciso di non apporre la propria firma sul documento di dimissioni redatto per far decadere l'amministrazione comunale, che era già stato sottoscritto da 20 colleghi di minoranza.

"Pur considerando ormai conclusa l'esperienza politica di Albore Mascia" - ha affermato Di Nisio - "non ci siamo sentiti di assegnare Pescara ad un commissario esterno che non conosce la situazione socio-economica della città e quindi creerebbe solo danni ai residenti. La sfiducia al sindaco avrebe dovuto essere ratificata con un dibattito pubblico nei giorni precedenti l'approvazione del bilancio di previsione, invece è stata un'occasione persa".

Non sono stati evidentemente sufficienti i chiarimenti forniti dal Ministero dell'Interno, che giorni fa aveva assicurato come, in caso di caduta della giunta Mascia, le elezioni si sarebbero ugualmente svolte il 25 maggio, e non il prossimo anno come alcuni paventavano.

Il primo cittadino uscente Albore Mascia potrà dunque regolarmente portare a termine il proprio mandato, ma dal punto di vista politico si ritroverà ora con una maggioranza quanto mai eterogenea che gli chiederà di portare avanti gli impegni assunti o potrebbe costringerlo ad assumere posizioni non sempre condivise.

La situazione venutasi a creare non è piaciuta affatto al leader di Pescara Futura Carlo Masci, che sul proprio profilo Facebook ha espresso la volontà di lasciare il consiglio comunale "per non rimanere un minuto di più insieme ai transfughi, ai voltagabbana e agli approfittatori dell'ultima ora".