La guerra del lavoro: 184 morti, centomila feriti

Conferenza regionale pemanente

29 Gennaio 2008   13:38  
Uno stillicidio di infortuni e morti sul lavoro che dal 2003 non accenna a diminuire in modo strutturale e come effetto di efficaci politiche di contrasto. E´ uno dei dati intorno a cui si è riflettuto nel corso della conferenza regionale pemanente convocata presso la prefettura dell´Aquila, un appuntamento periodico che ha come mission quella di fare il punto sullo stato di salute della pubblica amministrazione e appunto quello di monitorare la situazione della sicurezza sul lavoro e dell´incidenza del lavoro nero nel tessuto produttivo abruzzese. Gli infortuni, dicevamo: dal 2003 non sono mai scesi sotto i 23mila e 200 l´anno. e i morti, sempre dal 2003 sono stati 184, una strage silenziosa e inaccettabile cui non si è saputo proporre rimedio, e poco giova constatare che nel primo semestre 2007 i morti sono stati la meta rispetto al primo semestre dell´anno precedente. Le cause sono sempre le stesse, ampiamente note: il lavoro nero, e senza regole in primo luogo. nel 2007 in controlli sono aumentati, e sono stati scoperti ben 2257 lavoratori in nero, ma lo sforzo è immane, perchè denuncia, il prefetto Aurelio Cozzani, gli ispettori sono pochi e senza risorse. nel 2003 erano 74, oggi addirittura sono scesi a 70. 70 contro 131mila aziende attive, e che spesso devono pagarsi la benzina per andare ad eseguire i controlli. Nella pubblica amministrazione, dunque, si assume e si stabilizza spesso personale inutile, spesso a causa delle pressioni della partitocrazia, mentre in settori dove il personale servirebbe a evitare la morte o l´ospedale a tanti lavoratori, non si assume. Una buona idea emersa nella conferenza è quella di dotare le aziende di una sorta di patente a punti, legata al numero di infortuni, con un sistema di premialità, come agevolazioni fiscali o maggiori punteggi nelle gare di appalto, per la aziende più virtuose. Venendo poi al monitoraggio sulla pubblica amministrazione i dati elaborati dalla prefettura dimostrano che ancora insufficente è l´utilizzo della posta elettronica, strumento necessario per rendere più efficiente una macchina troppo lenta e antiquata. Altro dato interessante e sorprendente: in base a questionari compilati presso le singoli enti e uffici pubblici il 70% dei cittadini si ritiene soddisfatto del servizio. "va detto -ammette lo stesso Cozzani - che tale percentuale sarebbe molto inferiore se a rispondere a tali questionari fossero state soprattutto gli imprenditori e altri portatori di interesse del tessuto produttivo".

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