Ieri chi ha seguito la stampa nazionale, in modo particolare i telegiornali della rai e delle altre tv nazionali, ha ricevuto questa informazione:
“La vicenda delle tangenti della sanità in Abruzzo è stata tutta una invenzione, nessuno ha mai preso tangenti, Del Turco è innocente”.
Insomma i distratti e gli indaffarati hanno avuto l’impressione che il processo si fosse svolto e che tutti erano stati assolti.
Ad avvalorare questa tesi, veniva citato un rapporto dei Carabinieri del Nas che avevano indagato sulla sanità e stabilito che la regione stava per tagliare i fondi alle cliniche di Angelini.
Questa tesi veniva ribadita nelle diverse interviste dall’ex Presidente della Regione Del Turco che, per il momento continua a parlare ai microfoni dei giornalisti, ma tace quando si trova davanti ai magistrati, avvalendosi della facoltà di un rispondere.
La Procura di Pescara, intanto ha ribadito che nulla è cambiato, le prove della corruzione ci sono, le accuse formulate al momento dell’arresto rimangono tali e che il rapporto dei Carabinieri del Nas, era già noto ai magistrati che lo avevano valutato un mese prima degli arresti.
Ma facendo leva su questo documento dei Carabinieri come si si trattasse di un rapporto nuovo, clamoroso e inedito, la politica nazionale ieri si è scatenata.
Capezzone (Pdl) ha chiesto “chi risarcirà Del Turco?” (sic.); Nencini (Psi) ha detto che “in Abruzzo bisogna rifare le elezioni regionali”; per Cazzola (Pdl) Del Turco viene paragonato ad Enzo Tortora; per Franco Marini, (fino ad ora taciturno sulla vicenda, come tutto il PD) bisogna chiedersi se gli arresti erano necessari.
Sugli altri indagati però, nessuno spende una parola.
Insomma un risveglio della politica su questo “caso” adducendo fatti nuovi che non trovano però sostanza nei fatti, perché nulla di nuovo è emerso e la situazione resta cristallizzata in attesa del processo dove, si spera, sarà fatta giustizia.
