Le forze produttive abruzzesi chiedono rientro nell'Obiettivo 1

Lettera aperta

11 Giugno 2009   13:09  

"Egregi Presidente del Consiglio, Ministro, Sottosegretario, Presidente della Regione Abruzzo,

le Associazioni di Categoria abruzzesi desiderano innanzitutto esprimere ancora una volta il ringraziamento per l’impegno e l’attenzione che il Governo sta dimostrando nei confronti di questa regione a seguito dei drammatici eventi sismici che hanno colpito, in particolare, il comprensorio aquilano.

Con questo riconoscimento -non formale-, dobbiamo, però, sottoporre ora alla Vostra attenzione una ulteriore questione che rischia di abbattersi in modo veramente pesante sull’intero tessuto economico e sociale regionale. Ci si riferisce alla nota ed ormai annosa questione relativa al c.d. “decreto Mastella” del 05/08/1994 e al successivo decreto Ministeriale del 24 dicembre 1997, che determinarono, per il periodo fine 1994-1996, l’esclusione dell’Abruzzo dagli sgravi contributivi previsti per le regioni meridionali.

Giova ricordare, in merito, che la vicenda ha avuto una lunga vertenza anche di ordine giudiziario che ha dato ripetutamente riconoscimento, da parte degli Organi giudiziari amministrativi competenti, alle ragioni sostenute dal mondo imprenditoriale.

Nel merito, infatti, il decreto Mastella escluse ingiustificatamente l’Abruzzo dal beneficio degli sgravi contributivi previsto per le regioni meridionali - prima ancora che la stessa Commissione europea ridisegnasse la geografia delle regioni in ritardo di sviluppo, escludendo l’Abruzzo dalle regioni dell’Obiettivo 1- sulla base di una unica motivazione (superamento della media europea del 75% del pil pro capite) insufficiente, come da noi sempre sostenuto, ed evidenziato per ben due volte dal Consiglio di Stato, a legittimare la fine degli sgravi e un danno per le Imprese e per lo sviluppo dell’intero territorio dimostratosi nel tempo così significativo.

La nostra regione, infatti, porta ancora evidenti e preoccupanti i segni di quell’esclusione in molti settori e molti territori, le cui Imprese, piegate dall’attuale difficile situazione congiunturale abruzzese, sicuramente trarrebbero una boccata di ossigeno se ora venissero esonerate da quanto ancora loro richiesto. A titolo esemplificativo della pesante incidenza che ha l’eventuale recupero coattivo per il periodo considerato, infatti, si può valutare che su una ipotetica retribuzione lorda di € 1.000.00 mensili, lo sgravio è di circa € 270.00 che per 2 anni fa un totale € 7.000,00, a cui si dovranno aggiungere i costi degli interessi di mora e rivalutazioni.

La riproposizione della questione deriva ora dalla improvvisa e recente decisione, unilaterale, da parte dell’INPS di procedere al recupero coattivo degli sgravi in questione (tranne che nei comuni del cratere sismico per i quali è prevista una sospensiva), senza neanche prevedere, peraltro, un preavviso bonario per la riscossione. La decisione discende dal decreto 15 luglio 2008 con cui il commissario ad acta, nominato dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, ha stabilito, senza peraltro valide connessioni logiche e giuridiche con le precedenti sentenze emanate dagli organi giudiziari interessati, che lo sgravio in questione va riconosciuto solo per il periodo di paga fino al 30 novembre 1994.

E’ evidente, ora, che il problema si pone unicamente in termini di opportunità e di sensibilità politica, considerando la situazione di vera e forte difficoltà congiunturale che sta investendo da anni il sistema imprenditoriale abruzzese.

Questa ulteriore “tegola”, infatti, verrebbe a sovrapporsi non solo al sisma del 6 aprile scorso e a tutte le negative conseguenze dirette e indotte che questo sta causando, ma anche ad altre gravi situazioni di cui ricordiamo le principali:

- l’Abruzzo è l’unica regione che dal 2001 al 2007 è regredita in termini di PIL;

- la regione sta soffrendo in modo veramente traumatico lo sforamento della spesa sanitaria, con ripercussioni pesantissime sia sulle possibilità programmatorie da parte degli enti pubblici regionali, sia, soprattutto, sul tessuto produttivo e sociale che è costretto a sopportare la maggiorazione delle aliquote IRAP (+1%) e IRPEF (+0,5);

- la crisi economica mondiale sta colpendo l’Abruzzo in modo particolarmente violento, come dimostrano i dati sulla chiusura di stabilimenti e sulla Cassa Integrazione che danno alla regione il primato assoluto negativo, in Italia, per ore complessive erogate (+ 404,91 %, 1° quadrimestre 2009 su stesso quadrimestre 2008).

E’ chiaro quindi, che il recupero coattivo delle somme degli sgravi contributivi di cui ai Decreti richiamati, si porrebbe come il colpo di grazia nei confronti dell’economia regionale, determinando ripercussioni devastanti sul tessuto produttivo e civile abruzzese, fino a comprometterne la stessa stabilità e la stessa coesione sociale.

 

In ragione e nei termini di quanto sopra detto, si chiede al Governo di intervenire con urgenza sull’argomento sospendendo innanzitutto - in tutto il territorio regionale - l’iniziativa dell’INPS di procedere al recupero coattivo delle somme e di adoperarsi, quindi, anche in sede comunitaria, per una ragionevole ed equa soluzione al problema che, accogliendo le richieste delle imprese abruzzesi, ponga finalmente fine alla annosa ed ormai stucchevole vicenda.

 

Certi della Vostra attenzione per un appello che è realmente “accorato” e sostanziale, in relazione ad una situazione congiunturale regionale complessivamente veramente difficile ed inquietante -sicuramente unica in Italia - le Associazioni di Categoria abruzzesi restano fiduciose in un Vostro tempestivo interessamento.

Cordialità.

 

F.to

Presidenti Regionali

AGCI, ANCE, CASARTIGIANI, CIA, CLAAI, CNA, CONFINDUSTRIA, COLDIRETTI, CONFAPI, CONFAGRICOLTURA, CONFARTIGIANATO, CONFCOMMERCIO

CONFCOOPERATIVE, CONFESERCENTI, COOPAGRI, LEGACOOP


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