Le piccole aziende abruzzesi strangolate dalle banche

Tassi d'interesse al 9,9%

11 Marzo 2013   10:31  

Strada sempre piu' in salita per le aziende abruzzesi, segnate da una stretta del credito senza precedenti che affossa soprattutto le piccole e medie imprese della nostra regione.

A risentire maggiormente delle misure sempre piu' restrittive da parte delle banche sono le imprese con meno di 20 addetti, in particolare quelle del settore manifatturiero che, piu' di tutte le altre, hanno visto crescere i tassi di interesse rispetto al dicembre 2011.

A misurare il difficile rapporto delle piccole imprese con il sistema bancario e con i prestiti e' uno studio di Confartigianato, che ha analizzato la dinamica del credito fino a dicembre 2012 sulla base dei dati della Base pubblica informativa della Banca d'Italia.

Dal rapporto emerge che, a dicembre 2012, con uno stock di 13,5 milioni di euro di finanziamenti, l'Abruzzo e' tra le regioni piu' penalizzate in quanto le prime sei regioni per consistenza del credito - Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Toscana e Piemonte - rappresentano quasi tre quarti del totale dei finanziamenti erogati.

Ad allarmare i vertici di Confartigianato Abruzzo e' pero' il dato che riguarda lo stock del credito in Abruzzo, stock che mostra un calo del 6,4% rispetto a dicembre 2011, tra i piu' rilevanti d'Italia.

Per quanto riguarda la dimensione d'impresa lo studio evidenzia che il 25,6% dei finanziamenti, pari a 3.499,40 milioni, a dicembre 2012, e' erogato a favore di imprese con meno di 20 addetti.

Questa tipologia di imprese assorbe un quarto dei finanziamenti regionali abruzzesi che, nel mese di dicembre, vedono ridotti i finanziamenti in ottica tendenziale del 7,2%.

Nello specifico, a livello territoriale, la provincia piu' "virtuosa", si e' dimostrata Chieti, che ha registrato un calo di -5,4 punti percentuali rispetto ai finanziamenti concessi nell'anno 2011 alle imprese con meno di venti dipendenti (L'Aquila -5,8%; Pescara -8%; Teramo -8,2).

"Le imprese abruzzesi con meno di 20 addetti pagano i tassi d'interesse tra i piu' alti d'Italia (9,96%).

Serve un'inversione di tendenza o ci sara' il tracollo della nostra economia regionale - ha detto Angelo Taffo, presidente di Confartigianato Abruzzo -. Sollecitiamo la Regione Abruzzo affinche' sblocchi in tempi rapidi i fondi Fas da destinare ai consorzi fidi".

 

A seguire un articolo di Claudio Tucci  per il Sole24ore, che restituisce una panoramicoa a livello nazionale. 

 

ACCESSO AL CREDITO DIFFICILE PER UN'IMPRESA SU DUE


Le pmi hanno ancora grande difficoltà nell'accesso al credito. Anche nel quarto trimestre 2010 un'impresa su due (il 48,9%, per la precisione) ha incontrato difficoltà a soddisfare il proprio fabbisogno finanziario. Una situazione praticamente identica al terzo trimestre 2010.

Lo rileva Confcommercio nel proprio «Osservatorio sul credito per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi», realizzato in collaborazione con Format.

L'analisi del fabbisogno finanziario delle imprese è stata effettuata verificando nel quarto trimestre 2010 la percentuale delle aziende che hanno dichiarato di essere riuscite a fare fronte al proprio fabbisogno finanziario (che sono risultate il 51,1%), le imprese che hanno dichiarato di esservi riuscite, ma con qualche difficoltà (39,7%), e le imprese che hanno dichiarato di non essere riuscite a farvi fronte (9,2 per cento). Le previsioni per i primi 3 mesi del 2011, sottolineano da Confcommercio, dovrebbero essere «leggermente migliorative».

Un'impresa su cinque riceve meno soldi di quelli richiesti

Se dalla domanda di credito è possibile cogliere qualche segnale di vitalità con quasi il 26% delle imprese che si sono rivolte al sistema bancario per ottenere un finanziamento (il 3% in più rispetto al trimestre precedente), quasi un quarto delle imprese - il dato più alto da due anni a questa parte - ha ottenuto un importo inferiore a quello richiesto (20,6%) o addirittura si è vista rifiutare del tutto la richiesta del finanziamento (4 per cento).

In deciso peggioramento la percezione da parte delle imprese circa i costi dell'offerta di credito da parte delle banche: aumentano, infatti, il costo dei finanziamenti, quello delle altre condizioni e quello dei servizi bancari. Interessante notare due cose. La prima, è che le lamentele arrivino in prevalenza dalle medie e grandi imprese.

La seconda, il consistente numero di imprese del terziario che evidenza un aumento rispetto al trimestre precedente del costo dei servizi bancari: ben il 23,1 per cento.

In difficoltà soprattutto le piccole imprese del Sud

Scorrendo ancora lo studio, emerge anche che a rivelarsi meno in grado di fare fronte al proprio fabbisogno finanziario nel trimestre in esame, ossia le imprese più in difficoltà, sono risultate le microimprese (1-9 addetti), operative nel settore del commercio, residenti nel Sud Italia.

Le imprese che più delle altre sono riuscite al contrario a fare fronte al proprio fabbisogno finanziario, senza manifestare alcun genere di difficoltà, sono state le medie e le grandi imprese, operative nel settore dei servizi, residenti nelle regioni del Nord-Ovest e del Nord-Est del Paese.

Aumentano le garanzie dei "soggetti terzi"
Da segnalare infine, rispetto al periodo precedente, la crescita della percentuale delle imprese che a garanzia dei finanziamenti hanno fatto ricorso a "soggetti terzi", diversi dai Confidi, e ai Confidi stessi. Mentre diminuiscono le percentuali di imprese che hanno fatto ricorso alle "garanzie reali" messe a disposizioni da parte delle imprese stesse.

Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2010 è risultata in aumento la percentuale delle imprese che non ha dovuto fare ricorso ad alcuna forma di garanzia a copertura dei finanziamenti ricevuti. Tale percentuale è risultata pari al 14,7%, mentre era risultata pari al 10,6% nel trimestre precedente.

 

 


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