Le proposte di Confindustria Abruzzo per superare la crisi

31 Gennaio 2012   21:35  

Confindustria Abruzzo fa il punto sulla crisi economica e illustra le iniziative da intraprendere per la crescita, a partire dalla richiesta di «una serie di riforme, peraltro a costo zero, che investono direttamente le istituzioni, la politica e il suo rapporto con l’economia». Nel corso di una conferenza stampa a Pescara, ad illustrare le priorità per il rilancio dell’economia abruzzese sono stati il presidente regionale della Confederazione, Mauro Angelucci, i quattro presidenti provinciali, Enrico Marramiero (Pescara), Paolo Primavera (Chieti), Salvatore Di Paolo (Teramo) e Fabio Spinosa (L’Aquila), oltre al presidente dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) Abruzzo, Antonio D’Intino.

Annunciando di voler continuare a dare il loro contributo al Patto per lo Sviluppo, i vertici dell’associazione degli industriali hanno affermato che «a fronte del mutamento dell’economia dovuto alla crisi, non è più ammissibile che la politica rimanga passiva e immutabile, senza l’assunzione di nuovi attegiamenti orientati al fare, alla capacità di prendere decisioni, al superamento degli interessi personali e alla costruzione di una visione strategica coraggiosa orientata al futuro». In particolare, Confindustria si è soffermata sui concetti di legalità ed etica, con la necessità di «tornare ad una gestione più etica del potere politico, mentre, allo stesso tempo, è indispensabile un sistema giudiziario che dia risposte rapide e immediate».

Per la Confederazione degli industriali sono inoltre necessarie una serie di riforme istituzionali, a partire dalla diminuzione dei consiglieri regionali, dall’introduzione di una soglia minima del 6% per l’accesso dei partiti al Consiglio regionale e dalla previsione di un Collegio Unico Regionale. I presidenti si sono soffermati anche sulla riforma della Pubblica Amministrazione, sulla semplificazione amministrativa – «sono necessari – hanno spiegato – la costituzione di un’Agenzia unica per lo sviluppo e il potenziamento dei Suap (Sportelli unici per le attività produttive) quali unici riferimenti burocratici per le imprese» – e sulla effettiva liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Altri interventi, infine, dovranno riguardare misure a sostegno dell’accesso al credito, lo sblocco dei crediti per ritardati pagamenti da parte della Pubblica amministrazione, il rapido utilizzo dei fondi Fesr, il riconoscimento immediato delle aree di crisi, le infrastrutture, nonchè l’ambiente e l’energia.


«La richiesta che facciamo ad alta voce è che il ministro Barca, delegato dal Governo a seguire la vicenda del terremoto, prenda in mano la governance della ricostruzione e che finisca subito, una volta per tutte, questo commissariamento che, come dice la parola stessa, è per un periodo breve». Lo ha affermato il presidente di Confindustria L’Aquila, Fabio Spinosa, nel corso di una conferenza stampa a Pescara, alla quale hanno preso parte tutti i vertici dell’associazione degli industriali. «Si è spesso detto che, nella tragedia, la ricostruzione poteva essere un’opportunità dal punto di vista economico – ha sottolineato Spinosa -. L’opportunità, però, sta sfuggendo. C’è una litigiosità impazzita tra il presidente della Regione, Gianni Chiodi, e il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che deve finire. Siamo di fronte ad un opera ciclopica, che non può continuare con una gestione commissariale. E allora salutiamo con entusiasmo la nomina del ministro Barca».

«All’aquila siamo in campagna elettorale sostanzialmente da due anni e nove mesi – ha aggiunto il presidente di Confindustria L’Aquila -. La politica, ad esempio, continua a litigare da anni sulla storia della zona franca, quando i soldi erano già stanziati. È stata invece un fatto positivo la detassazione del 60%, che è una straordinaria iniezione energizzante in termini di liquidità e che vale, per quanto ci riguarda, dieci zone franche». Per il presidente regionale di Confindustria, Mauro Angelucci, nella vicenda dell’Aquila i problemi sono due: «non abbiamo più un capoluogo – ha detto – ed assistiamo ad una continua disputa tra due persone, senza arrivare a nulla. Mentre un evento, seppur così grave, potrebbe essere un’opportunità in un contesto, quello del 2013, che sarà l’anno più duro per l’economia. Non ci spieghiamo – ha concluso Angelucci – perchè la politica non voglia dare finalmente corso ad una ricostruzione adeguata per la nostra regione».


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