Legge Stabilità, Anci, soluzioni su personale Province non soddisfano

17 Dicembre 2014   09:51  

Per l'Anci le soluzioni prospettate dal Governo alla questione relativa alla mobilita' del personale delle Province sono "insoddisfacenti e destinate a creare numerose e gravi criticita'".

E' quanto si legge in una nota del delegato Anci alla pubblica amministrazione, Umberto Di Primio.

"Con specifico riferimento al comparto delle autonomie locali - afferma - si determina il sostanziale blocco del reclutamento dall'esterno nel biennio 2015-2016, riservando le quote di turn-over disponibili alla ricollocazione del personale soprannumerario interessato dai processi di mobilita', con la sola eccezione costituita dai vincitori di concorso collocati in graduatorie gia' vigenti o approvate".

L'Associazione dei Comuni, spiega Di Primio, "ha presentato alcuni sub-emendamenti finalizzati ad attenuare le questioni maggiormente problematiche.

In primo luogo occorre chiarire che la mobilita' del personale delle Province che, a seguito delle procedure tracciate dagli emendamenti governativi, risultera' soprannumerario, dovra' avvenire verso gli altri comparti (e quindi anche verso le amministrazioni centrali dello Stato) con pari criteri: nel disegno governativo e' invece previsto che la stessa avvenga prioritariamente verso gli Enti territoriali, e solo in subordine verso le amministrazioni dello Stato, le Universita', le agenzie e gli enti pubblici economici, prevedendo per questi numerose deroghe".

L'Anci dunque "prende atto che il Governo ha deciso su una questione cosi' delicata senza alcuna forma di consultazione con i Comuni.

Il ridisegno delle dotazioni organiche di Province e Citta' metropolitane avrebbe dovuto procedere di pari passo con la riallocazione presso gli altri livelli di governo delle funzioni attualmente esercitate dalle Province: logica e buonsenso avrebbero voluto che i due processi procedessero in parallelo, come peraltro espressamente stabilito dalla Comuni.

La decisione di blindare il turn-over dei Comuni - sottolinea - oltre a contraddire i frequenti richiami all'esigenza di attuare un ricambio generazionale anche a livello di amministrazione locale, finisce per comprimere in modo inaccettabile il margine di autonomia organizzativa, gia' esiguo, di cui i Sindaci dispongono per attuare efficaci politiche per il personale".


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