Lo stupro è un atto abominevole.

03 Febbraio 2012   16:31  

Lo stupro di gruppo moltiplica l'abominio che si compie su una donna.

Ieri la Corte di Cassazione, nello specifico la III sezione, ha stabilito che, in caso di stupro di gruppo, il carcere quale misura cautelare non è necessario, anzi agli indagati possono essere concessi, quale misura alternativa, gli arresti domiciliari.

Si equipara quindi così lo stupro di gruppo allo stupro individuale.

Nessuno stupore in un paese maschilista e violento con le donne, nessuno stupore in un paese dove un furto colpisce di più dello stupro di una donna.

Infatti nessun uomo insorge, prende la parola, denuncia l'ennesima violenza compiuta, con questa pronuncia, sui corpi e sulle vite delle donne.

Altre sono le priorità, altra cosa è la politica, quella vera.

Chi vuoi che si metta a ragionare sul fatto che lo stupro di gruppo amplifica a dismisura il senso della violazione del proprio sé, che lo stupro di gruppo di una donna mette in scena la guerra al corpo della donna, ridotto a territorio da saccheggiare, conquistato come bottino collettivo.

Nello stupro di gruppo di una donna i maschi si legittimano reciprocamente, rafforzano l'antico patto fondativo del potere maschile e si rivelano, se possibile, ancora più vigliacchi che nello stupro individuale.

Il punto non è stabilire se sia più grave l'una o l'altra forma di stupro.

Il punto è che, ancora una volta, si rimuove il diritto delle donne a che i corpi siano considerati inviolabili, con confini da non oltrepassare.

La Cassazione, non nuova a pronunce così gravi, equipara le due forme di stupro e decide che lo stupro di gruppo non differisce essenzialmente da quello individuale, come se il primo si realizzasse con tante condotte singole, non collegate tra loro, giungendo a negare l'ulteriore gravità dell'atto commesso sulle donne, quando si fa collettivo.

Eppure il codice penale vigente concepisce, per altre fattispecie di reati, le cosiddette circostanze aggravanti; per esempio se, in gruppo, si danneggiano "cose", l'aver agito in gruppo costituisce un' aggravante.

Se si stupra in gruppo una donna, l'aver agito in gruppo non costituisce un'aggravante e sappiamo bene che i corpi e le esistenze delle donne valgono meno delle cose in questo paese.

Lo stupro, anche di gruppo, rimane solo uno stupro e quindi la Corte di Cassazione non fa altro che farsi interprete e portavoce di una cultura arretrata e violenta nei confronti delle donne.

Ed è rabbia quella che ti sale dentro, non stupore, quando leggi una sentenza del genere, promanante dal massimo organo giurisdizionale della legittimità e devi ricordare a te stessa (non perchè corri il rischio di dimenticarlo) il fatto che, anche là dentro, sono tanti uomini a pensare ed a redigere sentenze e, loro sì, sanno partire da sé.

Sentenze di questo tipo mi interrogano e mi fanno ritenere che molti giudici della Suprema Corte non percepiscano lo stupro come un atto odioso e gravissimo, individuale o di gruppo che sia.

Ancora una volta hanno statuito in modo da aggravare il percorso che le donne compiono quando decidono di denunciare i loro stupratori, di entrare in un'aula per rendere testimonianza di quanto subito senza sentirsi imputate.

Ancora una volta si è deciso in modo da ridurre quel poco di fiducia che siamo ancora disposte ad accordare al sistema chiamato giustizia, per credere di poterla conseguire, quando i nostri corpi vengono stuprati e le nostre identità mutilate.

Avv. Simona Giannangeli

Legale del Centro Antiviolenza per le Donne dell'Aquila


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