Lucoli, esalazioni di monossido di carbonio uccidono due operai

Choc nel paese dell'aquilano

24 Ottobre 2010   15:54  

Due operai di origine indiana, regolarmente muniti di permesso di soggiorno, sono morti in una abitazione a Lucoli, in località Sant'Andrea, a causa delle esalazioni di monossido di carbonio sprigionate da un vecchio braciere utilizzato per scaldarsi la notte.
Un terzo straniero si è salvato.

E' un fatto tragico che fa pensare: forse non avevano altro per scaldarsi, tornavano stanchi da un lavoro faticoso che portavano avanti con serietà per aiutare le famiglie rimaste nel paese d'origine, e sono morti, per scaldarsi.
Morti perché la vita a volte può essere crudele. Hanno cercato di scaldarsi con un braciere lasciato acceso nella stanza che fa parte della canonica della chiesa di don Nicola che aveva accettato di ospitare i tre cittadini di origine indiana, da tempo residenti nella frazione di mille anime circa e impiegati in un panificio di Lucoli.

Raj e Arun se ne sono andati come addormentati, ancora a letto. A trovarli  Sharoma Kumar Verender, anche lui cittadino indiano di 52 anni, e cugino di Arun Kumar, che dormiva al pianterreno. Non vedendo scendere il parente per andare a lavoro era salito per sollecitarlo, ma Arun non reagiva. Sharoma ha capito subito la gravità della situazione e ha subito tentato di rianimarlo. Poco dopo si è accorto che anche Raj era esanime sopra il suo letto

i Carabinieri della stazione di Lucoli, diretti dal maresciallo Salvatore De Stefano, e coordinati dal capitano Marcello D’Alesio della Compagnia dell’Aquila hanno spiegato che il cittadino indiano ha avvertito subito un suo amico e il proprio datore di lavoro che, a sua volta, ha allertato i Carabinieri della stazione di Lucoli. Sul posto, poco dopo, è arrivato il personale del 118 purtroppo solo per constatare l’avvenuto decesso, e i Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia.

Fatale per i due indiani è stato il mancato ricambio d’aria che ha fatto riempire l’ambiente di monossido di carbonio, dopo aver acceso il braciere, non hanno aperto le finestre per mantenere un minimo di calore all'interno.
Il pubblico ministero di turno ha ora disposto l’autopsia per chiarire definitivamente le cause del decesso, anche se la dinamica è apparsa subito chiara: si è trattato di un fatale incidente. A carico del parroco non è stato formulata alcuna ipotesi di reato. I Carabinieri hanno anche sequestrato l’appartamento della canonica e il braciere, anche questi messi a disposizione dell’autorità giudiziaria.
La morte dei due operai indiani ha lasciato l’intera frazione di Sant’Andrea sgomenta. I due indiani erano ben voluti in paese e, a detta di tutti, lavoravano seriamente e pensavano solo a mandare i soldi guadagnati alle loro famiglie rimaste in India.


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