Di chi, come e dove deve smaltire le macerie si parlerà domani a Roma, ad incontrare il Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo saranno il commissario per la ricostruzione Chiodi, i rappresentanti di Comune e Provincia dell'Aquila, di Arta e Ispra – gli istituti regionale e nazionale per l'Ambiente - e il prefetto Gabrielli.
Dopo il rimpallo di responsabilità fra i diversi soggetti che, a vario titolo, dal sei aprile ad oggi, avrebbero dovuto affrontare il problema, dovrebbe ora essere il governo, attraverso un decreto ministeriale ad hoc, a derogare alle stringenti normative che assimilano le macerie ai rifiuti solidi urbani.
Ma l'ostacolo maggiore restano le norme comunitarie, che siamo pronti ad infrangere – dice il presidente della Regione e commissario Chiodi.
Il tavolo ambiente costituito a fine 2009 da Regione, Provincia, Comune, Arta e forze dell'ordine ha individuato tre siti dove poter stoccare e smaltire i detriti, la cava ex Teges di Tempera e altri due a Bazzano e Barisciano, ancora in corso di allestimento; tre aree comunque insufficienti.
Secondo alcune stime per liberare il centro del capoluogo servirebbero 682 camion al giorno per un anno, mezzi grandi con quattro assi, è facile comprendere la difficoltà di manovra nel centro storico.
Chiodi poi aggiunge: ci sono ritardi anche perchè si è data priorità alle case.
Nell'intervista il presidente della Regione, commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi.
(MS)