#Malaria, inchiesta a #Trento per omicidio colposo. "Stesso parassita di due bambine ricoverate"

In cura all'ospedale c'era una famiglia del Burkina Faso, da appurare però il ceppo

07 Settembre 2017   11:40  

Il parassita che ha causato la malaria a Sofia, la bimba trentina di 4 anni morta a Brescia, dopo il ricovero a Trento, è il Plasmodium falciparum, lo stesso che aveva fatto ammalare due bambine di 4 e 11 anni di ritorno dal Burkina Faso che erano in pediatria a Trento negli stessi giorni della piccola.

Inoltre c'erano anche la mamma e un fratello più grande, adolescente, ricoverati invece nel reparto degli adulti.

Tutti e quattro sono guariti e sono ormai stati dimessi.

Il parassita in questione è il Plasmodium falciparum "ma possono esserci - spiega Nunzia Di Palma, direttrice dell'unità operativa di pediatria dell'ospedale di Trento - diversi ceppi. Da appurare è quindi se sia o meno lo stesso. Di questo si sta occupando l'Istituto superore di sanità".

"Se dalle analisi in corso emergesse che il ceppo o variante di Plasmodium Falciparum che ha provocato la malaria nei due bambini ricoverati a Trento e nella piccola Sofia fosse lo stesso, allora il contagio della bambina sarebbe sicuramente avvenuto in ospedale ma resterebbe da capire in che modo", afferma all'ANSA il vicepresidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali, Massimo Galli.

Se il ceppo "risultasse invece differente, allora il contagio sarebbe avvenuto in un contesto diverso".

 

Indaga per omicidio colposo contro ignoti la Procura di Trento.

L'inchiesta, aperta contro ignoti d'ufficio con questa accusa, punta ad accertare se siano stati seguiti i protocolli prescritti per le cure per ricostruire con precisione le tappe cliniche che hanno portato alla morte della bimba.

La piccola era stata ricoverata prima per diabete a Portogruaro e a Trento, poi era tornata in quest'ultimo ospedale, dove una prima volta le era stata diagnosticata una faringite e una seconda la malaria, fatale poco dopo il trasferimento a Brescia.

Terzo punto da verificare, se gli elementi che è possibile raccogliere lo consentiranno, è come sia avvenuto il contagio, quindi se attraverso strumenti utilizzati per le cure o a causa della puntura di una zanzara.

 


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