Maledette Sale Slot Benedette Dallo Stato...

11 Maggio 2016   13:09  

Oramai è un fatto: nei locali dell’ex Agriservice aprirà una sala slot. Molte critiche sono piovute su questa decisione, soprattutto dai social network: bersagli ne sono stati l’amministrazione comunale, in particolare Cialente, e la società che andrà a gestire la struttura. D’altra parte la città non è nuova ad ogni forma di novità, indipendentemente dalla novità.

I pro sono evidenti. Il tessuto economico cittadino ruota, per buona parte, sull’indotto dell’edilizia, con tutti i susseguenti limiti. Il settore edile, che al momento ha comunque un discreto abbrivio, è destinato inevitabilmente a scemare, per cui questa “insolita” attività ha il merito di discostarsene. Altro beneficio evidente sono i posti di lavoro: si stima saranno circa quindici le persone impiegate e altri benefici ricadranno sui fornitori, entrando nel mercato un nuovo cliente.

Anche i contro saltano subito all’occhio. I dati resi noti indicano un preoccupante aumento del gioco d’azzardo. In un clima di incertezze molti tendono a rivolgersi “alla fortuna”, investendo somme anche importanti fino a parlare di vera e propria patologia.

Eppure la città è piena di sale slot, le opportunità sono sparse in tutto il territorio cittadino. Probabilmente questa che è in procinto di aprire desta scalpore perché affaccia su una strada piuttosto importante e molto trafficata, da cui ne scaturisce una visibilità maggiore. Anche le dirette concorrenti sono in prossimità di zone ad alta densità di passaggi, sebbene non allo stesso livello della sopracitata.

E poi ci sono quei dati nascosti, che emergono solo ad un’analisi più profonda. Il lavoro, in città, si divide oramai tra call center e, a quanto pare, sale slot. Sono le uniche attività che proliferano e consentono forme di impiego, benché precario. L’edilizia non utilizza manodopera locale, se non in sub-appalto e con tempistiche di pagamento lunghe o addirittura incerte, il commercio langue. Resta quindi ben poco.

La cosa più grave è il fatto che queste sale sfruttino situazioni di disagio sociale che nel capoluogo ha raggiunto livelli preoccupanti.

Il problema non è agire sulle aperture di queste attività (d’altra parte, se ammesse per legge, nulla si può fare), ma supportare maggiormente quelle fasce di popolazione che pensano di farne scaturire un guadagno scommettendo cifre spropositate. Il problema non è il mezzo, ma l’utilizzo che se ne fa.

Altro discorso, ma di più ampio respiro, è uno stato che sceglie di fondare una parte dei suoi introiti sulla vendita di illusorie speranze, concedendo licenze in numero decisamente ragguardevole. Solo in città se ne conta un numero impressionante e sono ben pochi i bar che non abbiano destinato un angolo a queste macchinette.

La domanda che ne scaturisce è: come può uno stato, che dovrebbe avere come compito principale il benessere dei propri cittadini, andare ad investire proprio su un settore che fonda le sue basi su un malcelato malessere della popolazione stessa?

Massimiliano Laurenzi
@max_laurenzi


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