Manca l'ossigeno, bimbo resta invalido. Accadde nel 2004

I genitori hanno chiesto 2mln di euro

22 Novembre 2010   10:33  

Due milioni di euro di risarcimento alla Asl di Teramo per il danno biologico e patrimoniale.

E' la richiesta di due genitori di un bambino di 5 anni che, trasportato dall’ospedale di Giulianova a quello di Pescara a bordo di un’ambulanza senza incubatrice e con l’erogatore d’ossigeno fuori uso, quando aveva soli 15 giorni, oggi è tetraplegico.

I gneitori accusano i medici di diagnosi e soccorsi tardivi. Per far valere i loro diritti si sono rivolti al tribunale civile a cui, tramite il loro avvocato Claudio Iaconi, hanno chiesto un accertamento tecnico preventivo, che è stato concesso. Il tribunale ha nominato un consulente, un esperto neonatologo dell’ospedale Bambin Gesù di Roma, che nella sua perizia ha riconosciuto al piccolo una invalidità permanente del 100% conseguenza propria di quei mancati soccorsi.

Il bambino nasce nel 2004 all'ospedale di Giulianova nel reparto di ostetricia e ginecologia (oggi è chiuso. La gravidanza della sua mamma, primipara, si era svolta regolarmente. Di fatti dopo il parto bimbo e mamma sono stati dimessi regolarmente dall'opedale e tutto è andato bene per i primi 15 giorni di vita. Poi però il piccolo torna in ospedale per un'infezione, fa fatica a respirare. Viene ricoverato e nel corso della stessa giornata giornata gli vengono fatti degli esami ematochimici e una terapia antibiotica. Le sue condizioni peggiorano e in serata i medici lo trasferiscono d’urgenza nel reparto di neonatologia di Pescara.

Ma il treasferimento, fatto incredibile, avviene con un’ambulanza dell’ospedale sprovvista di incubatrice di trasporto. Il piccolo viaggia tra le braccia della madre. Improvvisamente le sue  condizioni si aggravano per una improvvisa crisi respiratoria e  il medico a bordo ricorre all'ossigeneo ma si accorge che l'erogagtore non funziona. L'amblulanza arriva in tempi record  all' ospedale pescarese ma le condizioni del piccolo sono già gravissime: è cianotico, non respira e si muove con molta difficoltà, ha uno shock settico gravissimo. I medici pescaresi lo salvano, ma il piccolo riporta danni cerebrali gravissimi.

La diagnosi di tutti i medici cui si sono rivolti i genitori è sempre la stessa: ci sono  danni cerebrali e sono frutto di quel  trasporto terribile. Si rivolgono alla Asl per chiedere il risarcimento danni, ma l’azienda sanitaria non risponde. Passano alla causa civile. Ai giudici del tribunale chiedono un accertamento tecnico preventivo, così come previsto dall’articolo 696 del codice di procedura civile. La relazione del consulente è perentoria: secondo l’esperto al piccolo va riconosciuta una invalidità del 100%.


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