Marcia parlamentari PDL sul Tribunale di Milano, Paola Pelino in prima fila

Anche Scilipoti ha partecipato alla protesta

11 Marzo 2013   16:49  

Circa 150 parlamentari tutti della PDL hanno marciato sul Palazzo di Giustizia di Milano entrando e fermandosi di fronte l'aula dove si sta svolgendo il processo Ruby.

Guidati dal segretario del partito Angelino Alfano i parlamentari con in testa la neo senatrice di Sulmona Paola Pelino hanno improvvisato una conferenza stampa dai toni molto duri e accesi.

"Valutiamo di non partecipare alle prime sedute del Parlamento perché quello che sta accadendo è contro i principi della democrazia e delle Istituzioni repubblicane che il Pdl ha sempre rispettato" ha detto il segretario del Pdl Angelino Alfano, chiedendo ai presenti una riflessione sulla possibilità che questa scelta venga riferita domani anche al presidente della Repubblica.

Poi ha affermato: "Noi abbiamo un interlocutore di cui ci fidiamo, è il Presidente della Repubblica e del Csm. A Napolitano affidiamo la nostra preoccupazione per questa emergenza democratica".

"Abbiamo grande rispetto per il presidente della Repubblica - ha aggiunto il segretario del Pdl - e siamo dispiaciuti perché non volevamo esser qui, poi la situazione si è aggravata viste le notizie di stamani".
Alfano ha fatto riferimento a tre fatti "scandalosi": il mancato riconoscimento del legittimo impedimento per Ghedini e Longo impegnati nella riunione dei gruppi parlamentari, la visita fiscale per Berlusconi e la richiesta di giudizio immediato da parte della procura di Napoli per l'ex premier, nonostante questi avesse dato la "propria disponibilità a presentarsi dal 15 marzo in poi in qualsiasi momento".

Finita la tregua fissata in campagna elettorale, i problemi giudiziari dell'ex premier sono tornati tutti insieme, finendo per creare un vero e proprio ingorgo che sta obbligando il Cavaliere ad una dura battaglia su numerosi fronti. Dopo la condanna subita a conclusione del processo sulle intercettazioni relative al caso Unipol, a mettere sotto pressione Berlusconi sono il procedimento d'appello per i diritti tv Mediaset e quello di primo grado sul caso Ruby.


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