Marrucino, torna la prosa con "Bene mio, core mio" di Eduardo

04 Gennaio 2011   10:35  

Il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, informa che mercoledì 5 gennaio alle ore 21.00, al Teatro Marrucino, con replica giovedì 6 gennaio alle ore 21.00, l’attrice Lunetta Savino sarà la protagonista di “Bene mio, core mio” di Eduardo De Filippo.
Con questo spettacolo riapre il sipario del Teatro Marrucino sul cartellone di Prosa Classico organizzato dal Comune di Chieti in collaborazione con l'ATAM.

Definita da Eduardo "la commedia più napoletana che abbia mai scritto", "Bene mio, core mio" andò in scena al teatro Eliseo l'11 dicembre 1955. Eduardo ripropose l'opera nel ciclo televisivo del 1964 e nel 1983 la affidò ad Isa Danieli e Piero Di Iorio, firmandone lui stesso la regia.

Per l'occasione revisionò il testo, rendendo il finale ancora più aspro e stridente. Fu quella l'ultima sua regia e l'ultimo allestimento dell'opera fino ad oggi. Sul palco, con Lunetta Savino sono Bruno Colella, anche regista dell'opera, Lina Polito, Vittorio Ciorcalo, Giovanni Allocca, Antonella Migliore, Bianca Nappi, Franco Pica, Marco Tornese, Nicola Vorelli. Scene di Tonino Di Ronza , costumi Caterina Nardi, musiche originali Eugenio Bennato.

Scrive nelle note di regia Bruno Colella: "Eduardo questa volta si trova ad arbitrare una vicenda a tinte fosche, forse una delle più intricate fra le sue commedie; c’è una sorella di mezza età legata al maturo fratello tanto da minacciare il suicidio se lui non le dedica l’esistenza, un giovane verduraio arrampicatore sociale avido di soldi e desideroso di aprire un negozio al centro, soggetto a sua volta ad una ricca matrigna ossessionata dalla religione e dall’aldilà e per questo vulnerabile ai raggiri; due vicini invadenti che ci sguazzano e un architetto pronto a ristrutturare il suo appartamento. Ed il maturo restauratore di quadri decide di risolvere i suoi problemi così come è abituato a fare col suo lavoro, cioè pulendo, ricostruendo, rigenerando, forte della materia nobile che è abituato a trattare, non da artista incantato ma da incantatore abile e pragmatico, portatore sano di arte e fantasia, ed è così che seduce a sorpresa la affascinante matrigna, ed è così che da consumato giocatore si sottrae alle insidie portate dalle persone che lo circondano e con uno scacco matto stende i suoi ambigui avversari. Ma il vero capolavoro di restauro Lorenzo forse lo compie con la vita della sorella Chiarina che da rassegnata zitella e da pallida vittima di una improbabile e sgangherata truffa diventa unico attore vincente di questa vicenda, recuperando in un solo colpo la propria femminilità, e una maternità alla quale aveva ormai rinunciato; tutto questo senza neppure pagare lo scotto più alto, e cioè la convivenza col grezzo e infido padre della sua creatura".


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