Mattarella a riapertura chiesa Anime Sante, migliaia di bimbi accolgono il presidente

06 Dicembre 2018   12:00  

Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, è arrivato all'Aquila, per la riapertura, a quasi 10 anni dal sisma del 6 aprile del 2009, della chiesa delle Anime Sante.

Ad accogliere il Presidente della Repubblica una piazza piena di bambini nati nel 2009, con i palloncini nero verdi, colori della città, ma anche del dolore e della speranza.

Subito dopo il Presidente ha visitato l'interno della chiesa restaurato soffermandosi sul lavoro più imponente che ha riguardato la cupola completamente crollata per il sisma. Cupola che mantiene quella che i restauratori chiamano 'la cicatrice' è stato spiegato, che ricorda ciò che è successo.

Dopo l'inno francese e italiano, il presidente Mattarella si è soffermato nella cappella della memoria dinanzi alla pietra dove sono incisi i nomi delle vittime del sisma e poi ha sfogliato il libro che contiene le foto delle vittime, subito dopo c'è stato un fuori programma, il Capo dello Stato ha visitato il cantiere del Duomo ancora in ricostruzione.

Durante la cerimonia diversi i discorsi delle varie personalità presenti a cominciare dal primo cittadino Pierluigi Biondi  che ha detto:

"Il terremoto ha fatto scempio di vita e di memoria, ci ha insegnato la precarietà, ha messo a dura prova il tessuto economico ma, oggi, al centro, una vitalità inaspettata. I bambini qui non sono più figli del terremoto ma rappresentano la speranza". "L'Aquila fu colpita al cuore con 309 vittime e, tra principali monumenti simbolo della tragedia c'è Santa Maria del Suffragio. Distruzione - ha detto Biondi - ma anche rinascita. Una terra che non vuole più piangere. Questi sono i figli di chi qui vuole crescere. E, oggi, andiamo a scrivere una delle più belle pagine di solidarietà a livello internazionale", parlando del governo francese. "Per ogni pezzo che torna al suo posto c'è una finestra accesa, e ancora speranza", ha concluso il sindaco dell'Aquila riferendosi ai lavori previsti per altri palazzi della città.

Il presidente vicario della Regione Abruzzo Giovanni Lolli nel suo intervento ha detto: "Per noi è speciale ogni giorno in cui la città si riappropria di un palazzo o di una chiesa perché il terremoto, oltre a toglierci tanti cari e case, ha rischiato di toglierci la nostra identità: ogni volta che ci riappropriamo di un monumento è come se ci riprendessimo un pezzo della nostra identità di aquilani". 
"Questa chiesa poi è più speciale delle altre - ha spiegato Lolli - : le Anime Sante ricordano un momento drammatico per la città, quando un altro devastante terremoto sconvolse L'Aquila nel 1703.

Una chiesa che fu edificata certamente a ricordo delle moltissime vittime, ma anche come monito per le generazioni future. È come una macchina del tempo che ci ricorda che viviamo in un territorio bellissimo e straordinario, ma fragile, quindi lo dobbiamo guardare con un'attenzione particolare. Purtroppo questi discorsi li facciamo sempre dopo una tragedia.

Questa chiesa ci ricorda anche un'altra cosa: nel 1703 dopo quel terremoto ci fu un'altra particolarità, si cambiarono i colori della città che prima del sisma erano il rosso e il bianco, che ritroviamo nei monumenti come le 99 Cannelle o la basilica di S.Maria di Collemaggio, o anche i colori che prendono le rocce delle pareti del Gran Sasso. Colori che diventarono il nero per il lutto e per il ricordo di quello che ci era successo e ci può succedere e il verde per la speranza e la tenacia degli aquilani che non mollarono, si rimisero in piedi e ricostruirono la città, come gli aquilani di oggi che non molleranno e grazie al vostro aiuto andranno avanti". 

Ed infine il messaggio del  Cardinale Giuseppe Petrocchi "Il messaggio, che oggi si innalza da questa piazza, è destinato a superare i confini della nostra città e testimonia che solo la fratellanza tra le nazioni consente di vincere le sfide, spesso drammatiche, che attraversano la nostra storia e apre, per il futuro, vie sicure di solidarietà, di giustizia e di pace". "Siamo partecipi di un evento importante - ha aggiunto - che rimarrà scritto a caratteri indelebili negli annali dell'Aquila.

Zone della città devastate e 'occupate' dallo 'spettro' del terremoto, con il suo potere di morte, sono state liberate e restituite alla vita. Così è stato dato 'scacco matto' al terribile sisma, che si è abbattuto su L'Aquila nel 2009: non solo ricostruendo dove ha prodotto rovine, ma traendo vantaggio proprio dai danni che esso ha arrecato. In tale dimensione l'inaugurazione di questa chiesa, diventata simbolo del terremoto, supera il semplice perimetro del recupero edilizio e rende l'evento segno profetico di una vittoria sulla furia distruttiva del sisma, aprendo importanti varchi di speranza nel futuro della città e nel suo sistema architettonico-urbanistico.

Ecco perché questa chiesa è un monumento alla tenacia e all'amore che sa risorgere: più forte di ogni spinta angosciante e disgregativa".

"Purtroppo - ricorda il cardinale - il pensiero non può non andare alla cattedrale di san Massimo. Nonostante l'apprezzabile volontà di riscatto architettonico, espressa da vari soggetti pubblici, si vede - con dolore - che la ricostruzione del Duomo non è ancora partita. Tuttavia, recenti segnalazioni hanno alimentato l'attesa che i progetti di restauro vengano rapidamente messi in opera".

"Anche a nome della Comunità ecclesiale aquilana - conclude - mi si consenta di esprimere una speciale riconoscenza agli amici francesi che con sollecitudine generosa hanno contribuito alla riapertura di questo edificio sacro".



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