Matteo Renzi Striglia il Senato, io Rock, voi Lenti

18 Settembre 2015   05:07  

"A chi dice che facciamo troppo veloce, non per cattiveria, rispondo che che questa riforma è attesa da 70 anni" e che "se sei mesi a lettura è andare troppo di fretta...". Il premier Matteo Renzi, è intervenuto mentre in Senato è arrivato il ddl Boschi, dopo le polemiche di ieri. Con la tensione che anche oggi resta altissima. "Ai cittadini basta dire che questa riforma riduce il numero dei politici e aumenta il livello della politica. Meglio di così che si può volere dalla politica?", ha detto Renzi, durante l'incontro con il premier lussemburghese, Xavier Bettel, ricevuto oggi a Palazzo Chigi. "Si può cambiare opinione dopo una doppia lettura conforme solo se si è tutti d'accordo. Mai è accaduto di una modifica senza questi elementi", sottilinea.

Spiegando ancora che "se Grasso riaprirà la questione dell'articolo 2 ascolteremo le motivazioni per cui ha riaperto e decideremo di conseguenza". Il premier ha poi sintetizzato poi così la questione della riforma del Senato: "Con il nuovo Senato ci sono meno politici, le regioni hanno poteri più chiari, i consiglieri regionali prendono meno e il procedimento di legge è più semplice. Che questo avvenga con un articolo o un altro è indifferente".

Al momento, nessuno vuole scoprire le carte. Ma, a quanto apprende l'Adnkronos, la maggioranza Pd starebbe valutando una mossa per 'imbrigliare', o almeno, mettere in difficoltà il fronte dei 'dissidenti' dem sulle riforme. Ovvero presentare un emendamento (il termine per farlo scade appunto mercoledì) con cui si inserisca nel ddl Boschi il famoso listino alle regionali con cui i cittadini potranno scegliere i rappresentanti al nuovo Senato. Ovviamente, in un articolo diverso dal 2. Se il presidente Grasso dovesse dichiarare inammissibili gli emendamenti all'art.2, come auspica la maggioranza dem, a quel punto il tema dell'elettività rientrerebbe con l'emendamento in questione e "vedremo se la minoranza non lo vota...", è la valutazione che si fa in ambienti Pd.

L’Ufficio stampa della presidenza del Consiglio intanto ha smentito la frase "abolisco il Senato e ci faccio un museo", attribuita oggi al presidente del Consiglio da un quotidiano. "Una frase volgare e assurda che Renzi non ha mai pronunciato né pensato o riferito", ha sottolineato Palazzo Chigi.

Ddl oggi in Aula - Entrata nel vivo dell'agone d'aula, la riforma istituzionale supera la prima prova effettiva in aula (dopo quella preliminare di ieri sera sulla variazione di calendario). La maggioranza, almeno sulle questioni pregiudiziali e sospensive, ha confermato la sua solidità ottenendo uno scarto di 93 voti rispetto al voto delle opposizioni. I tabulati elettronici indicano che a respingere con il proprio no le questioni poste dalle minoranze sono stati 171 a cui vanno aggiunti, in quanto equivalgono a voto contrario, 8 astenuti (totale 179), contro 'appena' 86 sì. In attesa dell'esame di merito (oggi pomeriggio è iniziata la discussione generale), è un viatico confortante per il governo e la maggioranza, che migliora il risultato di ieri sera quando a confermare il calendario della capigruppo sono stati 176 senatori.

Questa mattina, il Senato aveva deciso di andare avanti prima con il ddl Boschi e poi, una volta ottenuto il parere della commissione Bilancio, avviare dell'esame del ddl sulle missioni militari. Una decisione che è stata criticata dalle opposizioni che parlano di nuova forzatura. "Un cambiamento surrettizio del calendario", ha detto Loredana De Petris. Grasso ha precisato, anche rispetto alle proteste M5S, che non si tratta di una variazione del calendario perché era previsto l'inizio dell'esame delle missioni una volta ottenuto il parere prescritto. Si è quindi iniziato formalmente l'esame del ddl Boschi con la relazione tecnica, in veste di presidente della commissione Affari costituzionali, di Anna Finocchiaro, e con l'illustrazione delle pregiudiziali. Poi dopo un'interruzione, alle 15 è ripreso il lavoro al Senato. Che ha subito respinto le questioni pregiudiziali e le richieste di sospensione con rinvio in commissione poste dalle opposizioni al ddl sulle riforme.

A fare il punto è stato il presidente di Palazzo Madama, Piero Grasso. Che in serata ha detto: "In questi giorni così convulsi, e i prossimi temo saranno anche peggio, guardo con una certa invidia all'atmosfera distesa e propositiva che sempre anima questo consesso". Poi Grasso ha aggiunto: "Resto un inguaribile ottimista, l’ottimismo della volontà, per usare una nota citazione, e coltivo la remota speranza che la politica, chiamata proprio in queste ore a compiere scelte fondamentali per il futuro istituzionale del nostro Paese, possa far sua questa stessa capacità di fare del confronto leale e della comprensione reciproca la modalità principale della sua azione, piuttosto che far trapelare la prospettiva che si possa addirittura fare a meno delle Istituzioni relegandole in un museo". Con un riferimento che è apparso esplicito a quanto attribuito dalla stampa a Renzi ("abolisco il Senato e lo faccio diventare un Museo"), parole oggi smentite da Palazzo Chigi.

Critiche dall'opposizione - "Stiamo creando il presupposto per un possibile ritorno del fascismo", ha detto il senatore leghista Roberto Calderoli, al termine del suo intervento in discussione generale sulle riforme. L'esponente del Carroccio ha denunciato il rischio che il ddl Boschi, in combinato disposto con la legge elettorale, possa dare "ad un partito del 25% la possibilità di fare il Presidente della Repubblica, 10 giudici della Corte costituzionale, le authority e il Csm. C'è uno squilibrio che va corretto" e "se in un sistema la maggioranza si prende gli organi di garanzia, non è più un sistema, ma un regime".

Il Movimento 5 Stelle abbandona a tempo indefinito la Commissione Affari Costituzionali del Senato. E' quanto hanno fatto sapere nel pomeriggio gli esponenti del movimento, Vito Crimi, Nicola Morra, Giovanni Endrizzi membri della Commissione Affari Costituzionali del Senato. L'organismo "di fatto è stato commissariato ed esautorato dal Governo per la seconda volta in pochi mesi. Prima il blitz sulla legge elettorale, ieri quello sulla Costituzione. L'ultimo nostro atto è stato il deposito della pregiudiziale d'incostituzionalità sulla famigerata legge Boccadutri che regala decine di milioni di euro di rimborsi elettorali ai partiti senza i controlli previsti dalle norme vigenti. Pregiudiziale scandalosamente bocciata dai partiti".


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