Metalmeccanici, in provincia di Chieti a rischio 2.800 posti di lavoro

25 Marzo 2011   10:14  

Il perdurare della crisi nel settore metalmeccanico della provincia di Chieti apre uno scenario preoccupante sul futuro occupazionale di 2.800 lavoratori di 23 aziende diverse. E' quanto afferma in una nota il segretario provinciale della Uilm, Nicola Manzi.

"Dal 2008 ad oggi, in particolare nel settore della componentistica auto e moto, la drastica riduzione delle vendite e delle esportazioni si sta trasformando anche per tanti stabilimenti medio/grandi, in crisi finanziaria - scrive il segretario della Uilm Chieti - Nel corso degli ultimi 2 anni alcune aziende, dopo aver licenziato ed esaurito la Cassa Integrazione Ordinaria e Straordinaria, stanno attingendo dalla Cassa in deroga e avviando i Contratti di Solidarieta'.

Un mix di ammortizzatori sociali che oggi, in attesa della ripresa, rappresentano l'unico legame che tiene insieme il dipendente all'azienda. Inoltre va ricordato che le somme o i sostegni erogati dall'Inps a vario titolo sono insufficienti a sostenere le famiglia, se non per pochi mesi. Dall'elenco delle aziende in crisi ne abbiamo individuate alcune che hanno fatto ricorso o stanno utilizzando la cassa

integrazione e la mobilita' anche per crisi finanziaria. Nell'area industriale di Vasto/San Salvo la C.I.G. e la mobilita' continua ad interessare circa 300 lavoratori delle aziende Robotec, Gir Sud, Val Sinello, Teknolamiere, Ilmet; in Val di Sangro/Lanciano Honeywell, Hydro, Cler Sud, ACS, Cortubi, Compi, Pierburg, Mar Press e la Honda Italia sulla quale, anche per gli effetti del terremoto in Giappone, abbiamo forti preoccupazioni sul futuro produttivo. Inoltre - aggiunge Manzi - per la crisi finanziaria sono a rischio complessivamente oltre 310 lavoratori dipendenti della San Marco di Lanciano, della San Marco di Atessa, della Sogeco di Atessa, della Verlicchi Casoli e della Verlicchi Atessa.

La nostra preoccupazione e' che a causa di questo prolungato periodo di fermo questo fenomeno dilaghi e presto coinvolgera' anche altre aziende che sempre meno riusciranno a sostenere le spese fisse. I dati della crisi non lasciano dubbi, anche gli imprenditori reagiscano immediatamente a questa deriva dell'industria metalmeccanica e abbandonino la logica sbagliata dell'attesa".


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