"La Snam ha suddiviso artatamente l'opera denominata 'Rete Adriatica' in più segmenti sottoponendo gli stessi ad una serie di valutazioni di impatto ambientale separate e quindi parziali". E' quanto hanno svelato i rappresentanti del Comitato "No Tubo" che si oppone alla realizzazione del metanodotto che la Snam vorrebbe fa passare sulla dorsale Appenninica, da Brindisi a Minervio, in provincia di Bologna, e che interessa tutto l'entroterra abruzzese. L'occasione è stata il dibattito organizzato ieri a L'Aquila da Donne Democratiche.
"La Snam - è stato spiegato - liquida a priori l'opzione zero, cioè il non costruire affatto il gasdotto, ma non fornisce alcuna prova del fatto che il nostro Paese abbia bisogno di maggiori forniture di gas. I fatti, invece, ci dicono il contrario. Attualmente, il fabbisogno di gas in Italia è di circa 85 miliardi di metri cubi l'anno (nel 2010 il consumo è stato di 82,8), mentre le infrastrutture di trasporto esistenti hanno una capacità ben superiore: 107 miliardi annui".
A preoccupare le popolazioni locali il rischio sismico, visto che il tracciato indicato nel progetto interessa le depressioni tettoniche interne all'Appennino Centrale, con il tratto che interessa Abruzzo, Lazio e Umbria che vede coinvolti 28 Comuni in zona sismica 1 e 2. E poi, il fatto che sia il gasdotto che la centrale di compressione, prevista a Sulmona in località Cese Pente, ricadono sul territorio di tre Parchi nazionali: la Majella, il Gran Sasso-Laga e Monti Sibillini.
A ribadire le ragioni del no al gasdotto, l'assessore comunale all'Ambiente e coordinatore interregionale degli enti locali che si oppongono alla realizzazione dell'infrastruttura Alfredo Moroni, il presidente della Comunità montana Peligna Antonio Carrara, Leonello La Rosa del Comitato No Tubo e Mario Pizzola del Comitato Cittadini per l'ambiente di Sulmona.
Nel dibattito, coordinato da Gilda Panella del Pd, è stato anche detto che il reale obiettivo della Snam sarebbe quello di "rafforzare il ruolo di hub, cioè di rivendita del gas a paesi terzi, in particolare del centro Europa. Ma per diventare una vera hub del gas in Europa è necessario potenziare le capacità di trasporto lungo le dorsali. Ecco - è stata la conclusione - a cosa serve il grande gasdotto Brindisi-Minerbio".