Scoppia un caso sull'"intimazione" inviata dal ministro dell'Interno Matteo Salvini a proposito di 'Mare Jonio'. La circolare, come si legge nella stessa nota diramata dal Viminale, sarebbe infatti stata inviata non solo ai vertici delle forze dell'ordine, su cui il vicepremier ha una diretta competenza, ma anche ai vertici militari di competenza del ministero della Difesa.
Episodio che, riferiscono varie fonti all’AdnKronos, avrebbe suscitato l'ira dello Stato Maggiore. Un atto, dunque, considerato ostile e che in queste ore in via XX Settembre rappresentano come "una vera e propria ingerenza senza precedenti nella recente storia della Repubblica".
"La Trenta mi accusa di ingerenza sui porti? Mio compito è difendere i confini, combattere terroristi e scafisti" ha detto poi Salvini, entrando alla Camera per un incontro con i parlamentari leghisti per far il punto sulle attività di Camera e Senato. Ai cronisti che gli chiedono se i porti siano chiusi o aperti, risponde: "Io ho il diritto-dovere di decidere in quale porto sbarca tizio o caio: finché sarò io a decidere non c'è nessun porto disponibile per far sbarcare tizio o caio".
A questo punto Mattarella, anche nella sua veste di Capo delle Forze Armate, segue con molta attenzione una vicenda delicatissima che porta con sé una serie di ripercussioni assai complesse: per questo il Presidente della Repubblica si guarda bene da far trapelare reazioni e prese di posizione che rischierebbero di minare equilibri già messi a dura prova.
E' nota la preoccupazione e la sollecitazione che ha sempre accompagnato Mattarella, che negli oltre quattro anni del suo mandato ha più volte ribadito la necessità per chi ricopre incarichi pubblici di rispettare i "propri limiti" e "le competenze altrui". Per il Capo dello Stato si tratta di "una regola sempre da rispettare quella del limite delle proprie competenze, perché è anche la migliore garanzia per la difesa dei confini delle competenze di cui si è titolari".
"E' vero che l'azione di Salvini fonda su appigli giuridici e normativi legati alle sue mansioni di responsabile della sicurezza" ma "opportunità politica vorrebbe che tra i ministeri dell'Interno e della Difesa, su materie 'confinanti', ci fossero sempre contatti preliminari che evidentemente in questa occasione non ci sono stati" dice all'AdnKronos il generale Domenico Rossi, ex sottosegretario alla Difesa, commentando il caso suscitato dalla direttiva Salvini sull'immigrazione.
La circolare "è indirizzata anche al Capo di stato maggiore della Difesa, che in effetti può sedere alle riunioni del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza. Ma obiettivi strategici di così ampia valenza e importanza - avverte Rossi - richiedono necessariamente un preventivo accordo tra ministeri".