"L’aquila,
il centro del rovinoso sisma del 6 aprile, continua a subire
tentativi di emarginazione e privazione di competenze, funzioni ed
uffici, come se le conseguenze drammatiche di un evento naturale non
fossero da sole considerate sufficienti a decretarne una condizione
di estremo disagio individuale e collettivo". E' quanto si legge in una nota diffusa dal Partito democratico dell'Aquila.
"Ciò che tuttavia continua a sorprendere è che sia proprio la Regione Abruzzo, peraltro titolare di poteri specifici in capo al suo Presidente per la gestione della fase post terremoto, ad assumere atteggiamenti palesemente punitivi nei confronti dei territori colpiti, che si sommano alla scarsa capacità di incidere ed alla sempre più marcata assenza dai momenti interlocutori e decisionali di questo drammatico periodo.
È ora in atto una urgente procedura amministrativa finalizzata alla sostituzione del Dirigente regionale delle Attività Produttive. Il Direttore da silurare in questo caso è Alfredo Moroni, esponente di rilievo del Partito Democratico ed Assessore comunale dell’Aquila, il quale ha sempre dimostrato un grado di correttezza istituzionale e di preparazione professionale mai da alcuno confutate, al punto che lo stesso Vice Presidente della Giunta regionale Alfredo Castiglione, Assessore alle Attività Produttive, aveva anche pubblicamente più volte dichiarato di voler proseguire con la collaborazione con lo stesso.
Ma il terremoto - prosegue il Pd - ha evidentemente causato un altro imprevisto smottamento, che danneggerà ancora una volta la città e la provincia dell’Aquila, privandola di un prezioso punto di riferimento presso una direzione regionale oggi ancora più determinante, per specifiche competenze, in relazione alla auspicata e complessa ripresa dell’economia e dello sviluppo di un pezzo del territorio regionale particolarmente martoriato.
Il PD ritiene scandaloso che, tra l’altro proprio in questo periodo, la Regione Abruzzo faccia ricorso ad iniziative più vicine alle purghe di regime che a quel tanto sbandierato criterio meritocratico che il Presidente Chiodi ha insistentemente richiamato, certamente senza alcun risultato in termini di efficienza se non quello di assimilazione politica dei vertici burocratici alla giunta regionale".