Morosini morto per una cardiomiopatia

02 Luglio 2012   20:19  

E' stata una cardiomiopatia aritmiogena a stroncare la vita di Piermario Morosini lo scorso 14 aprile durante Pescara-Livorno. Si tratta di una malattia di probabile origine genetica che produce aritmie ventricolari. E' quanto risulta dalle 250 pagine della perizia del medico legale Cristian D'Ovidio, depositata questa mattina in Procura a Pescara. Secondo quanto si è potuto sapere dalla relazione, richiesta dal pm Valentina D'Agostino, gli effetti della malformazione erano in fase iniziale. Il centrocampista si accasciò sul terreno di gioco dello stadio Adriatico "Giovanni Cornacchia", sotto gli occhi degli altri calciatori e del pubblico, ed é morto durante la corsa in ospedale. La cardiomiopatia aritmiogena è considerata la causa più frequente di arresto cardiaco negli sportivi di alto livello: anche il calciatore del Siviglia Puerta, morto nell'agosto del 2007, è infatti deceduto a causa di questa malattia ereditaria.

Commentando la notizia, il perito di parte della famiglia Morosini, Cristina Basso, torna sul mancato uso del defibrillatore. "Resto dell'avviso che forse con un defibrillatore avrebbe avuto qualche chance in più di salvarsi". La dottoressa dell'Università di Padova esclude altre responsabilità a carico della medicina sportiva. "Mi risulta che la malattia fosse agli inizi del suo percorso - spiega la dottoressa dell'Università di Padova - e che fosse molto difficile diagnosticarla. Il ragazzo poi non aveva dato nessun segnale di malattia, quindi la responsabilità della sua morte non credo sia di chi lo ha avuto in carico sanitario per anni. Ormai la scienza ha appurato che in un atleta questo tipo di malattia genetica aumenta i rischi di arresto cardiaco di cinque volte, perché lo sforzo è uno stimolo in negativo. E non sappiamo neanche se nel caso di Morosini ci sia stata una mutazione genetica nel tempo o se sia stato portatore sin dall'inizio di tale malattia".


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