Muore mentre soccorre il figlio, indagati i bagnini della spiaggia

Accertamenti sul comportamento di due 'Lifeguard' a Imperia

28 Luglio 2015   10:30  

La Procura d'Imperia ha indagato i due bagnini dello stabilimento "Papeete" dove, sabato scorso, un papà è morto per salvare il figlio di 15 anni che era in difficoltà mentre faceva il bagno con il mare agitato.

L'accusa per i bagnini, un ragazzo di 19 anni e un uomo di 65, è di omicidio colposo in concorso per condotta omissiva.

La procura vuol verificare il comportamento dei bagnini per capire se tutto è stato fatto per cercare di salvare l'imprenditore vinicolo di 50 anni, Mauro Feola.

l figlio, che si era tuffato nonostante la bandiera rossa che indica il pericolo, era riuscito a tornare a riva, mentre il padre era stato visto finire sott'acqua e riemergere più volte mentre la corrente lo stava trascinando al largo.

Il corpo era stato poi recuperato dai bagnini con l'aiuto di alcuni bagnanti.

Mario Feola viveva a Diano Marina (Imperia) con la moglie e due figli. Il magistrato inquirente, Paola Marrali vuol capire se l'intervento dei bagnini è stato o no tempestivo per cercare di recuperare Feola e se i regolamenti previsti in caso di mare agitato sono stati fatti rispettare.

Secondo indiscrezioni alcune persone avevano indicato ai bagnini che quell'uomo era in difficoltà mentre loro con i fischietti stavano invitato tutti ad uscire dal mare che si era ingrossato rapidamente.

La magistratura ha disposto l'autopsia per capire se Feola è morto annegato o per un arresto cardiaco dovuto allo sforzo compiuto per aiutare il figlio a tornare a riva.

L'indagine è affidata alla Capitaneria di porto che ha già raccolto varie testimonianze.

Nei prossimi giorni il magistrato dovrebbe interrogare i due bagnini.


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