Neonato sparito nell'Ascolano, agghiacciante confessione della madre: "L'ho seppellito"

La giovane donna voleva fuggire in Svizzera

21 Luglio 2011   11:38  

Katia Reginella, la mamma di 24 anni che ha confessato di aver seppellito il figlioletto di due mesi e mezzo, Jason, dopo che il bimbo era morto a seguito di una caduta accidentale, voleva fuggire in Svizzera.

Emergerebbe dalle intercettazioni ambientali nell'auto della donna e del marito Denny Pruscino, 30 anni. Secondo quanto anticipato anche da La Stampa, in un dialogo captato da una 'pulce' piazzata nella vettura, i due commenterebbero: "Finalmente ce ne siamo sbarazzati, siamo davvero due menti criminali". La donna, poi, aggiungerebbe: "Adesso io scrivo una lettera in cui fingo di ammazzarmi e invece scappo in Svizzera".

L'avvocato dei due, Francesco Ciabattoni, non ha ancora preso visione degli atti e dunque non conferma al momento il contenuto delle intercettazioni. Ma già ieri sera, quanto i due sono stati sentiti in caserma dai carabinieri di Ascoli e dal pm Carmine Pirozzoli, si profilava un qualche provvedimento a carico dei due anche per il pericolo di fuga.

Provvedimento che si è concretizzato oggi con il fermo della coppia disposto dal pm. Ieri il Tribunale dei minori di Ancona aveva sottratto alla patria potestà dei genitori anche il piccolo Jason, dopo analogo provvedimento per gli altri due bambini della coppia, originaria dell'Abruzzo, una femminuccia di 3 anni e un bambino di 5. Il maschio è rimasto praticamente invalido dopo essere scivolato nella vasca mentre la mamma gli faceva il bagnetto (la versione è della donna); la bambina sarebbe nata con un problema congenito (una stenosi ipertrofica del piloro) che in pratica le impediva di mangiare. La bimba era denutrita e per questo, secondo l'avv. Ciabattoni, era stata portata dai genitori da diversi pediatri e specialisti nutrizionisti.

Era stata poi operata nell'ospedale pediatrico Salesi di Ancona e successivamente tolta ai genitori. Jason è nato il 9 maggio scorso. I genitori, afferma il loro legale, si sono premurati di trovare un pediatra perché il bimbo aveva l'ittero. Un comportamento adeguato, per una madre, che non lasciava presagire il dramma che si sta consumando ora. In realtà, i Servizi sociali, conoscendo i precedenti della coppia e monitorandola, si erano rivolti alla Procura della Repubblica preoccupati per il fatto che da una ventina di giorni non vedevano il piccolo. La coppia è apparentemente normale: Pruscino ha un lavoro stabile in un'azienda dell'Ascolano che produce cavi e mantiene la famiglia; la loro casa - dice l'avvocato - è dignitosa. Forse la donna presenta "alcune fragilita".


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